lunedì 24 aprile 2017

Elezioni presidenziali francesi, il risultato del primo turno.


I primi commenti dell'informazione, che leggiamo o ascoltiamo, sono di ostentata soddisfazione per la possibilità che è ritenuta a portata di mano di una vittoria di Macron su Le Pen dopo il risultato odierno. Certamente non è da sottovalutare il primo scrutinio di Macron, ma a noi il voto francese sembra invece una conferma. Una conferma, sia pure problematica e con aspetti diversi, di una realtà mondiale non solo europea di estrema negatività. A differenza di quanto è stato in altri momenti la Francia non sembra in grado, comunque, di segnare una risposta in controtendenza civile e democratica. In questo senso la dichiarazione di Le Pen di aver ricevuto un voto storico non è purtroppo infondata. La debacle della sinistra di governo è di proporzioni che annichiliscono e figlia, oltretutto, non solo di una conclamata incapacità di governare con un riformismo sociale apprezzabile, ma anche di divisioni già consumate e probabilmente non recuperabili. Non è il primo paese dove avviene. Ora, come altrove la biforcazione di ció che fu la Sinistra democratica sembra fra il centro e una nuova sinistra populista. Entrambe appaiono proposte meno ideologiche. Sono capaci di raccogliere elettorati più multiformi ma ben difficilmente capaci di allearsi e ancor meno di governare insieme. Se in Francia questa realtà è in qualche modo mascherata dal doppio turno, in Italia dove al momento non esiste una legge elettorale pro-governabilità l'isolamento della proposta democratica potrebbe rivelarsi insuperabile. Questo è il dato per noi di immediate interesse, ma non bisogna fermarsi qui. Torniamo alla Francia perché comunque non solo di Francia si parla. Il centrismo modernista può davvero pensare di poter governare con una impronta liberista che è evidentemente rigettata da una vasta maggioranza del paese? E la sinistra populista come e per cosa affronterà, con un consenso a due cifre, nuovamente un suo ruolo di pura opposizione? Con quali conseguenze mentre la crisi della democrazia procede? Al di là di interpretazioni di parte e troppo strumentali, la scelta di Melenchon di attendere una consultazione, se bene abbiamo inteso, prima di esprimersi sul secondo turno è già un segnale, immediato e serio, di questa difficoltà inevitabile.