Renzi si è dimesso da
Presidente del Consiglio con un discorso impegnato e decoroso.
Alcuni punti però mi
hanno colpito e inquietato, nel senso che mi hanno reso inquieto,
voglio dire.
Il più rilevante, e di
immediata attualità nelle conseguenze, riguarda le responsabilità,
IN PARLAMENTO nella prossima fase.
Parlando della legge
elettorale ha detto: "Ora tocca alle forze del No, a loro avere
onori e oneri, a iniziare dalla responsabilità di proporre la legge
elettorale, ci aspettiamo proposte serie e credibili”.
Non è così , sia nella
realtà delle cose che nel rigore nell'agire richiesto dalla
realizzazione di una legge fondamentale come l'elettorale. Il fronte
del No non esiste come forza unitaria di Governo e non è vero che
dovesse esistere.
C'era una legge da
giudicare, la riforma costituzionale, i Sì e soprattutto i No
potevano giungere da ogni parte senza altri ragionamenti e atti di
schieramento.
Renzi ha cercato di
negare, variamente, con stop and go ripetuti questa banale verità.
Ora essa ci si presenta incontrovertibile.
Il PD è la forza più
grande in Parlamento.
O chiede di andare al voto
subito con il proporzionale determinato dalla Corte Costituzionale al
Senato e l'Italicum alla Camera (sempre che il prossimo
pronunciamento della Corte non lo bocci), una follia, oppure si
prende le proprie responsabilità e cerca di portare a casa una legge
legge elettorale migliore.
I punti dell'accordo
interno firmato un mese fa sono una guida utilissima, oggi assai più
di ieri.
Davide Ferrari
Il corsivo
Il progresso d'Italia 5
XII 201