sabato 23 gennaio 2016

Unioni civili. Una riflessione.

Oggi in tutta Italia ci sono manifestazioni (a Bologna in Piazza Nettuno alle ore 16) per chiedere l'approvazione della Legge Cirinnà sulle Unioni civili etero ed omosessuali.
Ci sono molti buoni motivi per approvare questa Legge: 1) riconosce e regola una realtà già esistente e del tutto comprensibile; 2) definisce norme a partire da una concezione dei legami di amore e affetto e non da una visione limitata a questioni burocratiche; 3) riporta nello Stato ciò che la società civile ha già creato riducendo il divario fra istituzioni e cittadini; 4) non offende nessuno e non soprattutto non danneggia alcuna famiglia.
Negli ultimi tempi la questione dei figli delle coppie omosessuali è diventato il fulcro di chi si oppone a questa legge. E' importante fare chiarezza, NON solo legislativamente. Innanzitutto è bene ricordare che l'opposizione NON è nata su questo terreno. Se si giunge con tanto ritardo in Italia ad affrontare organicamente la questione è perchè è sempre esistita una opposizione di carattere pregiudiziale la cui vera concezione è la seguente: l'omosessualità è un peccato da contrastare in sede religiosa e morale e da ridurre, quanto meno, sul piano delle leggi e delle politiche pubbliche.
I danni provocati da questi modi di pensare sono già stati molto rilevanti, hanno approfondito il senso di essere rifiutati di migliaia di persone, altrimenti perfettamente inserite nella vita sociale, hanno determinato fughe in avanti e separatezze, hanno impedito un vero dialogo culturale e civile tale da fondare una nuova immagine storica e condivisa della famiglia. Non basterà una legge per superare questi danni, ma il suo rigetto avrebbe conseguenze ancora più vaste e negative sull'intera situazione italiana. Il nostro paese già vive lacerazioni sociali e politiche di estrema rilevanza, come sul crinale cittadini/stranieri, così nel mondo del lavoro fra proprietari e lavoratori, fra garantiti e precari, fra occupati e disoccupati. La sfiducia nello Stato e nella politica, pure sostenuta da una immensa campagna polemica, chiaramente interessata, nasce qui, da queste lacerazioni ingigantite dalla crisi e dalla paura del presente e del futuro. Siamo a pochi passi dal trasformare definitivamente questa sfiducia in rifiuto della Repubblica democratica. L' astensione e il voto che sceglie chi ha assoluta noncuranza verso la responsabilità di governare ne sono un chiarissima fotografia.
La questione dei figli è oggi impugnata per determinare il consenso verso chi NON vuole riconoscere l'esistenza in se della vita sociale omosessuale. E' stata messa in rilievo, con molta più efficacia, naturalmente, quando si è avvertita l'inconsistenza di una polemica più evidentemente ideologica contro l'inesistente "teoria gender". Chi può pensare davvero che la presenza più visibile delle espressioni di vita delle persone omosessuali renda più incerta l'identità sessuale ed umana di tutti? Si è allora passati ai figli. Non sono stati risparmiati argomenti. Uno solo si è accuratamente evitato: quello della loro esistenza reale e della loro vera condizione. Esistono, non da oggi, da sempre. Non c'è peggiore volontà di ottenerne l'infelicità che insistere nella delegittimazione di uno dei loro genitori o di entrambi. C'è una profonda mancanza etica in chi non si pone per nulla questo problema. Aveva destato, almeno in noi, interesse e speranza che nei documenti del Sinodo sulla famiglia della Chiesa cattolica fosse presente un riferimento, per quanto iniziale e parziale, all'attenzione dovuta ai figli vivi e veri di genitori omosessuali. Oggi questa determinazione pare sommersa da chi non guarda per il sottile,ma pure vi è stata ed è opportuno richiamarla, anche agli estensori.
Numerose sono state, infine, e da più parti le dichiarazioni di condanna o allarme su una delimitata e particolare questione, quella della maternità surrogata. Sarebbe fin troppo facile osservare che tale polemica è sorta, esclusivamente, quando il tema in oggetto è divenuta la condizione omosessuale, mentre al contrario , com'è ovvio, questa scelta riguarda in massima parte famiglie eterosessuali.
Pare, al proposito, assai più orientata al bene una visione più prudente ed informata, che ricordi come le leggi non possono riconoscere o bandire a prescindere da una vasta esperienza della vita sociale. Si tratta di scelte certamente discutibili e quindi bisogna discuterle, innanzitutto, e quindi realmente conoscerle. Più in generale, il rincorrersi delle possibilità indotte dalla scienza e dal rimpicciolimento del mondo che rende accessibili scelte senza una raggiunta consapevolezza e normatività in Italia deve indurre alla cautela, all'osservazione, allo studio, nell'interesse, veramente concreto, delle famiglie e dei figli. La Legge Cirinnà contiene sufficienti garanzie a protezione di questa cautela. Vedremo se in queste ore se ne aggiungeranno altre e quali e anche noi come tutti le giudicheremo.
La decisione dell'oggi, 23 Gennaio, sia la presenza, un passo avanti è possibile e necessario. ‪#‎svegliatitalia‬