sabato 2 febbraio 2013

Diario elettorale. Un voto per non alzare le mani.


Note di diario, dopo più di mezza campagna elettorale. Dicono che è sotto tono, noiosa. In realtà è una delle più importanti. Se vincerà il centro sinistra di Bersani l'Italia avrà un governo, potrà contare in Europa, per cambiare questo continente serrato dal rigore ingiusto delle destre. Se vincerà il “resto del mondo” (quanti sono! Da Berlusconi a Ingroia) saranno dolori. In fondo il quadro è semplice. Se lo si comprende non ci si annoia, si prende parte, ci si schiera. Grillo, già avviato a un alba, in parlamento, molto simile a un tramonto, arriva in Emilia-Romagna. Ha ripreso colore dopo l'esplodere della vicenda Monte Paschi, cui ha reagito rivalutando Craxi. Dopo vent'anni il controverso Ghino di Tacco è ancora una figura cui rendere omaggio, per entrare nel cuore di “quel”certo elettorato. Ma cosa può dirci, Grillo? Qui già governa, a Parma, e poco combina. Qui i suoi sono arrivati da tempo nelle istituzioni e, subito, si sono lacerati. Monti ha avuto contestazioni dall'aspra situazione del terremoto. Comunque non decolla. Molti giornali si chiedono il perchè? Chi si pone la domanda deve avere dei conti in banca dai 5 zeri in su. Il PD fino ad ora, dopo le belle primarie, è stato prudente. Forse attendeva i colpi bassi, che infatti sono arrivati, da Siena a Milano. Adesso bisogna farsi sentire. L'argomento c'è. Non sono le alleanze future al centro. Partire da lì avrà tacitato qualche componente interna, o estera, ma ci ha fatto molto male. Un voto per noi, chiedere, e basta. Se votate il Circo Barnum degli altri, questa volta , dovete saperlo, sarà come alzare le mani, di fronte a una crisi che non fa prigionieri.

L'Unità E-R; 2 Febbraio