sabato 20 ottobre 2012

Primarie. Se no, no




Le primarie, pian piano, si stanno imponendo nell'immaginario italiano. Merito esclusivo del PD e dei suoi vari direttissimi predecessori. Merito? Sì, in un sistema bloccato e distante, pur con tutti i limiti e gli inquinamenti che sono loro propri, le primarie aiutano la partecipazione e legano i cittadini alla "Cosa pubblica", alla Repubblica. I contendenti, però, se devono, adesso, portare acqua al proprio mulino non dimentichino che, dopo pochi mesi, si ritroveranno dalla stessa parte di chi ha prevalso, volenti o nolenti. Nello stato delle cose presenti, con la crisi alla gola, difficile pensare che in caso di sconfitta alle primarie, si possa puntare sulla rovina del vincitore alle “secondarie”, cioè alle vere. Non c'è molta acqua per la politica, prosciugarla nei veleni lascerebbe solo un deserto, dove solo ben altre specie potrebbero sopravvivere. L'Emilia-Romagna, per tutto il centrosinistra, conta ancora più di qualcosa. Da qui si chieda, con fermezza, che si interrompano le campagne, il dileggio, contro i singoli dirigenti. Quella contro D'Alema è stata particolarmente insistita e sguaiata. Nello stesso tempo, non prima e non dopo, termini ogni delegittimazione degli sfidanti. Le nostre primarie non sono e non possono sembrare mai la ripetizione farsesca del “Riccardo III” di Shakespeare, tutto odio e disprezzo. Quel cattivissimo Re chiudeva implorando un “cavallo” in cambio del suo regno, una via d'uscita. Saremo noi, cittadini, militanti, elettori, a doverlo fornire, il cavallo, a chi vince, ed anche ad aiutare a rimontare in sella gli sconfitti, dopo questo primo voto. Lo faremo se motivati da una stima accresciuta, se no, no.

“Il contrario”
Rubrica di Davide Ferrari

L'Unità E-R, 20 Ottobre 2012