sabato 25 febbraio 2012

Lavoro, senza diritti non c'è nazione.

Il lavoro? Per Genesi, nella Bibbia, è una condanna. L'angelo con la spada fiammeggiante si mette alla porta del paradiso terrestre e Adamo ed Eva: via! A lavorare. A legger bene, tuttavia, l'uomo diventa tale proprio, dopo il peccato, e con il lavoro. Prima assomigliava agli scioperati del Grande fratello, sempre in deshabillé , a far nulla e a pensar male. Senza lavoro non c'è dignità. Togliendo libertà e diritti ai lavoratori, li si offende come persone. E senza dare valore alle persone non c'è fondamento per la società, non c'è nazione, non c'è Costituzione. Per questo, qualunque opinione si abbia, bisogna volere una libera rappresentanza dei lavoratori. Il confino per la Fiom deve essere sentito come una ferita, da tutti. Il vero nemico non è questo o quel sindacato, è la disperazione, dell'artigiano, privato del credito, dell'operaio, a capo chino, oblligato ad accettare tutto. Oggi se ne parla, a più voci a Bologna. Il PD promuove il dialogo, con il suo responsabile Stefano Fassina, sempre riflessivo, impegnato. Ma allora è possibile! Tenere fermi i rostri ed il becco, non fare come i “polli di Renzo”, che si dilaniavano fra loro mentre si andava a tirargli il collo. Si parla di cose serie. Vocianti di ogni risma e collocazione, per un giorno almeno, ascoltate.


Il contrario
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
25 Marzo 2012

giovedì 16 febbraio 2012

Orientamento sessuale. Uguali diritti, questione di tutti.

La questione dei diritti civili delle persone di diverso orientamento sessuale è costantemente al centro di attacchi e polemiche. Anche in Emilia-Romagna. Bisogna comprenderne il perchè. Non è cosa che riguardi solo le persone omosessuali. Altrove è diverso. In molte parti del mondo è più chiaro che è minoranza chi si oppone alle richieste di pari dignità, almeno nel mondo politico. Non da noi, dove è facile constatare dubbi e latitanze anche nella parte progressista ed esplicite contrarietà in alcuni suoi settori . Certamente ha un peso la posizione della Chiesa cattolica, ma il problema è un altro. La crisi morde. In alcuni paesi europei, fra i quali l'Italia, è già frontiera fra il passato, segnato dai diritti e dal progresso, ed il presente, lacerato e carico di paure. La crisi è una ferita sociale, divide, smarrisce. C'è il rischio di un grande arretramento. In questo quadro va in scena la radicalizzazione dell'appello “di identità” alla parte peggiore delle culture popolari, con la provocazione, l'insulto. E a farlo non sono soltanto figure eroicomiche, come il noto parlamentare di fronte al quale cercano di produrre baci a ripetizione i giovani “militanti” gay. E' nostro dovere non lasciare solo quel movimento, proponendo, ai massimi livelli di autorevolezza, proposte legislative nazionali e comportamenti istituzionali locali chiari. Lo si deve fare sottolineando i percorsi positivi, di richiesta di integrazione sociale e non di pura affermazione della propria individualità. E' questo è il tema delle “Unioni”. Se diventa un tema di confronto per tutti, se non è lasciato vivere come “bandiera” di avanguardie, può parlare anche a molte coscienze religiose. Si deve affrontare la crisi a testa alta, affermando il valore della persona umana. O saranno, sono, guai. Inimmaginabili.

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R, 16 2 2012

domenica 12 febbraio 2012

Guido.

Aveva passato il tempo tragico della guerra, maturando la fermezza di un'altro pensiero, un'altra fede, di libertà, opposta alla ideologia bruciata dell'adolescenza.
Decise di stare con chi voleva fare nuove tutte le cose, con i lavoratori divenuti protagonisti, cittadini, a Bologna, comunità della democrazia.
Ma, ecco la sua differenza, derivò dalle prove una laicità via via più forte. Bisognava militare ma con il coraggio di “relativizzare”, dimettendo la rassicurazione dell'obbedienza, anche al bene.
Seppe diventare un uomo delle Istituzioni, da Palazzo d'Accursio alla fondazione della Regione, all'Europa. Un impegno appassionato, con un'energia di ideazione e realizzazione mai indebolitasi, fino al miracolo di una vecchiezza carica di pensiero e di iniziative. Ogni sua battaglia conteneva l'analisi, la critica, era una strada votata al dibattito, all'autonoma testimonianza di una propria individualità. Per decenni aveva sottoposto al vaglio del riformismo la sua parte, battendosi per scegliere il presente. Poi, con una coerenza che va capita per intendere la sua personalità, negli ultimi anni ha cercato intelligenze più radicali, per opporsi al rischio dell'anomia, all'oscuramento dei diritti e della partecipazione.
Parlavamo con Guido Fanti comprendendo che ci avrebbe lasciato un'idea, un'impronta. In questi giorni freddi guardiamo le impronte sulla neve che ci è stata restituita. Presto scompaiono all'aria del tempo. A noi tenere nella memoria, la traccia di Guido, guadagnare il suo permanere, misurare i nostri passi incerti anche sul disegno del suo percorso.

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R 12 II 2012

sabato 4 febbraio 2012

Tanta neve, e ci riscopriamo cittadini.

Neve. Tanta neve. Tanta che me ne sono accorto anch'io. Io, così distratto da cercare la Blu, ancora oggi, per comprare uno smartphone. Non ce l'ho fatta, questa volta a scambiare i sogni con la realtà. Freddo e ghiaccio e neve. Tutte le attività in apnea anche le mie. Meglio così, dicono tutti.
"Sotto la neve pane", mi consolano in famiglia, ma per un diabetico, nemico di amidi e glucidi, non è una gran consolazione. "L'italia sepolta sotto la neve", mi viene in mente, una grande opera del nostro maggiore poeta, Roberto Roversi. Richiama l'ottundimento delle coscienze, la sconfitta. Ma la neve di oggi pare invece averci svegliato. Si sono presentati persino volontari, dopo l'appello del Comune a spalare solidarmente. I treni: un disastro, ma i senzatetto sono all'opera, ben visti dagli altri cittadini, per una volta. Anche loro spalano. E spalo anch'io, eroe "enfant prodige" acciaccato di un condominio dove, vista l'età media, si è considerati giovani anche a 70 anni. "Vuole un po' del mio sale?" propone la condomina Elsa. Forse si è accorta che, travolto dalla buona volontà, sto per spargere del sale fino avanzato dalla mia cucina. Il Comune, in verità ha pensato anche alla distribuzione del sale. Si va. Ci riscopriamo, più bianchi ma più attaccati a ciò che è nostro, perchè è di tutti.


"Il contrario"
Rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R 4 Febbraio 2012