mercoledì 21 dicembre 2011

In galera, per Wolverine.

Se siete pratici di New York, io non lo sono, le avrete incontrate, diffuse qua e là, come tutto, del resto, nella “grande mela”. Sono le bancarelle di oggettistica varia, tenute da simpatici coreani. A differenza di alcuni di casa nostra, sembra non vendano solo binocoli che allontanano la visione, giocattoli che avrebbero risolto il problema dei regali di Natale a Lucrezia Borgia e telefonini con i numeri disegnati sopra, come la pentola di Geppetto. Al contrario. Potete trovarvi di tutto. Così è capitato al quarantanovenne installatore di vetri Gilberto Sanchez. Tempo addietro acquistò ad un bancone estremorientale una copia pirata del film “Wolverine”, sull'inizio degli X-men. Non si limitò a guardarlo a casa propria. L'intraprendente Sanchez lo caricò, nel 2009, prima che avvenisse il lancio miliardario del film, in un sito Internet dove ci si scambiano video, Megaupload. La 20th Century Fox, casa produttrice dell'originale non la prese bene. Lo denunciò, lo trascinò in Tribunale e ora lo ha fatto condannare. Un anno di carcere, tondo tondo. Temevano per gli incassi? Sbagliavano. “X-Men Origins: Wolverine” ha fatto al botteghino 400 milioni di dollari.
“E' un segnale ai pirati della rete”annunciano fieri gli avvocati dell'accusa. Il malcapitato si è dichiarato colpevole ma non gli è bastato ad evitare la galera.
La Fox dev'essere molto permalosa. Si apprende che tale Robert Friedman, giornalista di Fox News, è stato licenziato in tronco per aver pubblicato una recensione basata sulla copia tarocca del film.
Se i commercianti dei nostri lungomare avessero lo stesso potere delle Major statunitensi non basterebbero le terre emerse di tutto il globo per relegarvi gli sciami di vu cumprà, carichi di borse Louis Vuitton e di mutande Calvin Klein a 5 euro. La crudeltà dei potenti ha sempre meno limiti.
L'America è la terra della libertà e delle regole, si dice. Chi sbaglia paga, forse per l'etica calvinista alla quale, nella nostra cultura latina, si danno tutte le colpe. In realtà non risultano analoghe durezze per i magnati dell'industria, gli inquinatori, gli squali del lavoro senza diritti.
Chissà cosa ne pensano i superoici X-men? Nemici di ogni male, non avrebbero da temere la disoccupazione, se la smettessero di inseguire mutanti colleghi, depravati e viziosi, per rivolgersi a Hollywood e Wall Street.

Mala Lingua
rubrica di Davide Ferrari
"Sardegna quotidiano" 21 XII 2011