mercoledì 12 ottobre 2011

On line, e la vita è un’avventura!

Io on line faccio tutto. Da quando fraseggio con il PC ho risolto i miei problemi. In primo luogo quello del tempo libero. Il mio non esiste più. Ciò che prima riuscivo a fare in una giornata di lavoro con i vecchi metodi della fila e dello sportello, oggi, con l’Internet e lo Smart Phone, me ne porta via tre. La noia è uscita dalla mia vita. La caccia all’operatore, i dialoghi con le voci automatiche, gli indecifrabili grafi antispam, impiegano ogni mio spazio orario prima destinato alla vuota risacca del vivere. Se, mettiamo il caso, si deve compilare il modulo per il censimento, di poco inferiore, per numero di pagine, alla Bibbia del Diodati, rivolgersi al sito dell’ISTAT riduce al minimo la possibilità di insistere in quelle cose inutili che si fanno quando non si lavora: la cura parentale, il gioco, i pranzi con gli amici. Pare che un milioncino di italiani abbia provato questa esperienza. L’ISTAT ha difeso il suo immediato black out. “ Siete troppi!” Ci ha detto. Ha ragione. La prossima volta il censimento facciamolo solo a Forlì così il sito ISTAT supererà la prova. L’estate è finita, si viaggia meno in treno. Ci sono meno occasioni di dialogare con la simpatica voce automatica del call center delle ferrovie. Dispiace davvero. Quando il computer ci chiede se vogliamo andare a “Guardiagrele”, dopo che noi abbiamo detto “Rimini”, è una tessera che si aggiunge al mosaico della nostra cultura geografica. Se chiedi “Milano” ti dice “Castelfidardo”, se “Venezia “ prova a farti il biglietto per “Villetta Barrea”. D’altra parte il Blackberry è andato in tilt. Non c’è più religione. L’avventura tecnologica si traduce spesso in uno smarrimento. Il povero Steve Jobs, nel famoso discorso di Stanford, incitava ad essere: “Stolti ed affamati”. Pare che siano condizioni necessarie per diventare miliardari. Affamati lo stiamo diventando per la crisi. Abbiamo buone speranze di ritrovarci presto stolti, nell’inseguire gli aggeggi inventati da Jobs. Il primo che, così facendo, diventa Paperone avvisi in chat, su Facebook. Se non si blocca la pagina, se non ci connettiamo al gruppo che vuole fare regina dell’Afganistan Amanda Knox, se le troppe amicizie richieste non ci fanno mandare in castigo dall’inflessibile Zuckerberg, potremmo anche rispondere.


Mala Lingua
rubrica di Davide Ferrari
"Sardegna Quotidiano"