martedì 27 settembre 2011

COLPEVOLE, UNA PAROLA CHE CI FA PAURA.

In Italia non ci sono colpevoli. I mostri in prima pagina fanno poca notizia, evidentemente. Meglio una rissa mediatica fra innocentisti e colpevolisti. La notizia si ripete e si rinnova, pagine e pagine, ore ed ore.
Hai massacrato un bambino, tuo figlio, a colpi di zoccolo? Chissà forse l'assassina è la vicina di casa, invidiosa e malocchiante, o il lattaio, il postino, la nonnina delle mistocchine. Hai ucciso una intera famiglia, perchè ti irritava il loro parlare ed il loro fiato, ti era scandalo un riso, una porta aperta sul tuo pianerottolo? Ma avevano mischiato il sangue, il sopravvissuto è un poco di buono, chi siamo noi per giudicare?
Hai torturato fino alla morte una povera ragazza, una studentessa , curiosa, ingenua? Hai spezzato una vita, hai protetto il tuo laido esplodere accusando in innocente? Ma siamo poi sicuri?
Perfino Hillary Clinton ne dubita. Meglio montare la lurida panna all'infinito.
Sono stato a Perugia, il fine settimana, per la Marcia della Pace che conduce tutti gli anni alla rocca di Assisi. Pare che nella piana umbra meravigliosa, nella terra dello spirito e del dialogo con gli uomini, gli uccelli ed i lupi si aggirino mostri, immagini rovesciate dallo specchio di Jeckill. Quello specchio dove la santità dello scienziato, la perla del cuore umano si riscopriva rovesciata, vinta da un male assoluto, imprigionato a stento, prima, nel pensiero, nella coscienza, nella vita quotidiana. Viene in mente pensando a quel Trasimeno dove sappiamo giacere il segreto del mostro di Firenze. Viene in mente guardando gli occhi dei protagonisti, dei trucidatori di Meredith.
Ce li descrivono enigmatici, noi li vediamo ferini. Occhi di una tigre che gode del sangue, e che ha gia assolto il suo uccidere. Hanno la bellezza giovane dei corpi, quelli che invidiamo quanto sentiamo i passi rapidi dei ragazzi nelle nostre scale. Li indicano infantili, racchiusi nei capelli morbidi, ancori memori dell'infanzia e del gioco. Ricordiamo descrizioni analoghe di Mambro e Fioravanti.
Non sappiamo come andrà- a finire, nel gioco dei processi e degli appelli, delle Assise e delle revisioni. Non sappiamo nulla. Ma il delitto fu. Nessuno grida, nessuno rivendica per chi fu ucciso. Questo non possiamo dire di non saperlo, non riusciamo a dimenticarlo.

"Sardegna quotidiano" 28 Settembre 2011

sabato 3 settembre 2011

E firmano, gli ingrati.

Il contrario
di Davide Ferrari


Il 25 Aprile ho sempre tante cose da fare, invece l'ideologia, i tardo antifascisti, addirittura la Repubblica sempre me lo impediscono.
Vorrei rispondere alla posta, fare qualche telefonata, per dire. Invece non si può. Ogni anno la banda in piazza, il tempo che passa e le carte sul tavolo che si accumulano.
Non lamentiamoci poi se la produttività cala, se le “tigri” asiatiche guadagnano terreno. Se penso a quante bamboline, a quanti rasoi da naso possono fabbricare i cinesi in un giorno intero mi sento mancare.
Bene hanno fatto Tremonti e Berlusconi ad abolire le festività civili, democratiche, del lavoro. Con quel che costa mantenere il senso di responsabilità dei parlamentari di maggioranza, bisogna lavorare, lavorare sempre.
Invece tanti firmano e firmano, contro.
Ingrati. Ha ragione il Presidente. Il nostro è un paese di rifiuti organici, da abbandonare al suo destino.
Cincinnato, lasciato il potere, tornava ai campi, Garibaldi via!-fuggiva a Caprera appena gli era possibile. Non sappiamo dove andrà Lui. Ma è nostro dovere insistere affinchè possa realizzare il suo desiderio di rinfrancarsi, in un paese nuovo e diverso, lontano, un continente magari, fatto interamente di Ville Certose e di Certosine.

L'Unità Emilia-Romagna 3 Settembre 2011