mercoledì 22 dicembre 2010

Comune di Bologna, bilancio. Guardiamo ai tagli, senza coperte di Linus.

La Regione Emilia-Romagna vara un bilancio che ha anima e finalità. Una sua scelta è l'invarianza della pressione fiscale (per il 2011, non aumentano le tasse e non si introduce il ticket sulla sanita') e la volontà di finanziere il reddito dei lavoratori delle aziende in crisi con le proprie quote anche per il 2011-2012.
Si contengono le spese di funzionamento ma si confermano le scelte del programma di mandato, anche sugli investimenti, aumentati anche nel triennio 2011-2013. Guardiamo a Bologna. Quello che si vede è una disposizione aritmetica dei tagli, senza nette indicazioni di priorità, che sarà resa ancor più rigida per il ricorso all’esercizio provvisorio che costringerà a spendere in dodicesimi, mese per mese. L'impatto della Legge di stabilità è da tsunami e nel 2012 sarà da Vajont. Non a caso, verifica dopo verifica, la cifra di quanto manca è arrivata a toccare quota 50 (milioni, in meno).
Il dato più grave è quello degli investimenti, nel 2011 si impiegheranno solo 30 milioni di
euro , appena sufficienti, forse, per la manutenzione ordinaria. Sulla scuola: se da un lato appaiono accettabili aumenti tariffari gravanti sull’orario aggiuntivo ai nidi e un ritocco delle tariffe, ma non l’esagerato aumento per la fascia intermedia, è molto discutibile la tassa d’iscrizione alla “materna”. Si rischia di passare da un sistema integrato a una più forte differenziazione fra i tre regimi di gestione, statale, comunale e privata convenzionata. Insomma meno servizi e più oneri per le famiglie e le imprese (come gli aumenti a Cosap e Tarsu). Di questo bisogna parlare, senza accuse a Cancellieri, ma anche, senza volerne fare la coperta di Linus di un taglio al sociale di proporzioni mai viste. Il Popolo della libertà ed i Padani di casa nostra non trovano di meglio che rivolgere :"Un pubblico ringraziamento a Tremonti per l'elettroshock”. C’è qui qualcosa di medioevale, c’è l’usanza di chinar la testa di fronte ai
poteri. Ma non si doveva essere federalisti?

Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna