sabato 30 ottobre 2010

Pausa di riflessione.

Tristezza e amicizia per Cev. E preoccupazione. Passata quella per lui, resta quella per noi.
E' il tempo di una pausa di riflessione, Lo dico con aria grave e meditativa, per saggezza, per ovvietà, perché non si sa che cosa dire.
Certo, è meglio riflettere. Meglio "la" pausa. Quella di queste ore, densa di significato e di attesa, dalla quale deve scaturire la soluzione.
Resta un problema: cosa si fa durante?. Ti interrogano i giornali? Dichiara solo che stai riflettendo. Già qui i crampi dell'astinenza si fanno sentire. Anche “la vita”, fuori dalla politica, diventa problematica. Niente feste, sconvenienti, meglio mostrarsi soli nei propri pensieri. Un' abbigliamento sobrio, tinte un po' grigie, adatte al momento ascetico. Si potrebbe riscoprire la famiglia, dopo tanto tempo in riunioni, ma senza esagerare. Se no si preoccupa. Esserci, ma non esserci, Sorridere molto, ma più sospirare. Ammiccare, ma senza volgarità. Insomma è il tempo di essere autorevoli e precari assieme, come i giovani scienziati italiani. Che fatica essere in pausa. Ha ragione Marchionne: meglio lavurà che lavarsi le mani. Forse, si potrebbe ascoltare? No, no, per carità, dicevo così per dire.

Il contrario
rubrica di Davide Ferrari
L' Unità Emilia-Romagna