venerdì 25 febbraio 2005

Casa cambiare è stato un Bene Davide Ferrari*

di Davide Ferrari

Una cosa sola, ma precisa, si può e si deve dire fin d'ora sulla vicenda delle assegnazioni delle case pubbliche. Si deve dire che cambiare è stato un bene, come ha fatto la nuova Giunta di Cofferati, passando ad un ruolo maggiore dei tecnici comunali. Personalmente ho sempre pensato, ieri dall'opposizione e oggi dalla maggioranza, che questa fosse la giusta direzione. Leggo che, anche chi difende - in modo del tutto comprensibile - il proprio operato nei passati lavori della Commissione casa, sottolinea le responsabilità dell'apparato tecnico nel selezionare le domande. Bene. Ancor più giusto allora, se già in parte così avveniva, passare ad una totale responsabilità tecnica. I consiglieri comunali hanno molti altri modi per svolgere un lavoro proficuo sul serio problema della casa.
Non mi pare sufficiente, per cambiare opinione, l'argomento che viene talvolta portato di un ruolo promotivo dei rapporti fra istituzioni e cittadini svolto dai rappresentanti politici grazie a strumenti quali, appunto, la commissione casa, nel modello precedente.
Certamente fare relazione, raccogliere i bisogni, incanalare proteste e opinioni, sono compiti importantissimi dei consiglieri comunali, ma non appena li si traduce nella creazione di tanti cataloghi di fatti personali si possono indurre rischi.
Chi seleziona le priorità sociali individuali delle quali occuparsi?
E poi, non si determina forse che per avere riconosciute le proprie bisogna condividere anche quelle degli altri ?
E' il rischio - che io considero serio - di una pratica consociativa che, anche quando sia svolta con le migliori intenzioni non è mai positiva, non fa chiarezza, opacizza l'immagine delle istituzioni.
Su questi temi deve approfondirsi il dibattito, individuando, con serenità, senza polemiche colpevolizzanti divisive e controproducenti, anche altri luoghi e fattispecie dove serve cambiare.

20 febbraio 2005
L'Unità, pubblicato nell'edizione di Bologna (pagina 1)