giovedì 29 aprile 2010

Un libro.

MARTA & GRIGORIOS Librai in via Delle Moline
e
Ogni uomo è tutti gli uomini Edizioni

Sabato 15 maggio 2010 alle ore 18
alla Libreria Delle Moline
Vi invitano alla presentazione di

STALIN IN ITALIA ovvero “Bepi del giasso”di Raffaele K. SALINARI

Marco GUIDI intervista l’Autore
intervengono:
Davide FERRARI e Giorgio GATTEI
Legge a voce alta: Gilberto CANU





Nell’inverno del 1907 entra nella hall dell’austero
hotel Roma e Pace di Ancona un giovane sulla
trentina, vestito con abiti piuttosto eccentrici:
indossa una blusa russa di satin nero sotto la
giacca, grigia come il logoro soprabito; gli unici
segni di eleganza sono la vistosa sciarpa rossa di
seta ed un fedora nero...

L'Italia? Meglio un Cubo di Rubik.

Ecco una buona notizia. Due politici locali hanno chiesto formalmente che l'Emilia-Romagna non esista più. Vogliono la Romagna e vogliono l'Emilia. Di una Regione si potrebbe farne due con immediati vantaggi, un altra quarantina di consiglieri regionali a 6000 euro al mese, un altra decina di Assessori e naturalmente un altra poltrona di Presidente o, come si dice oggi, di Governatore.
Ma ci sarebbero altri motivi per spaccare, per scindere, per abbandonare gli uni e gli altri a diversi destini. Per gli Emiliani, finalmente, non si avrebbe più il fastidioso equivoco che vede suonare "Romagna mia" in TV ogni volta che scorrono gli inni regionali. Senza contare che i Romagnoli sono più terroni, parlano a voce alta e, si dice, hanno più successo con le donne e quindi meglio non averli vicini.
Per la Romagna: finalmente Bologna non sarebbe "capitale" e Ravenna potrebbe tornare ai fasti che la videro ospite del trono degli ultimi imperatori romani, probabilmente i celtici piacentini ed i francesizzanti parmensi andrebbero, per stizza, in vacanza a Baden Baden o a Vichy, liberando posti sotto l'ombrellone a Bellaria, per le tedeschine e le svedesine.
E via elencando, i vantaggi non si contano.
D'altra parte l'Italia, si sa, è tutta un'invenzione. La settimana scorsa, in treno, alla mia ex moglie , che è di Roma e vive a Bologna, un viaggiatore, bislacco come il Signor Veneranda, dopo aver chiarito di non essere toscano, perche di Massa e Carrara e quindi di un "Ducato" indipendente, ha chiesto "e Lei, di quale Ducato è?'".
L'imbarazzata risposta è stata: "sono dello Stato Pontificio". Il duchista viaggiatore è parso molto soddisfatto. Dalla Lega, al Nord, ai filo Borboni è tutto uno spaccare.
Forse bisognerebbe pensare anche a Stati, divisi sì, ma a geometria variabile. Se anche si è di Santa Maria Capua Vetere, ad esempio, vicino a Caserta, mentre si giura nella lingua di Totò baciando la bandiera de "O' Re", per la sanità si potrebbe avere il diritto ad un passaporto del Ducato di Modena, e per le tasse ad uno del Principato vescovile di Trento o addirittura di quello di Brixen, Alto Adige.
Sarà un problema, in famiglia, visto i bilanci in rosso di questi tempi, comprare i costumi regionali di tante patrie e far frequentare tutti i corsi di dialetto che qualcuno già vuole obbligatori.
Insomma un'Italia, cancellata, spaccata e magari ricombinata come un "Cubo di Rubik". Lo sappiamo l'Italia è sempre stata uno scherzo. E se mio nonno ha preso la febbre spagnola per combattere in trincea per quest'Italia, chi se frega, tanto qualche storico revisionista che ci spiega che aveva ragione l'Austria di Cecco Beppe, al secolo l'Imperatore Franz Joseph, si troverà sempre.
Si, dell'Italia se ne fregano in tanti.Un po' l'avevamo capito.

Davide Ferrari

QUOTIDIANO EPOLIS

sabato 10 aprile 2010

NIDO E STRANIERI: I BAMBINI SONO BAMBINI, NIENT’ALTRO.

Segnali di fumo
Di Davide Ferrari

Il Nido è un servizio educativo fondamentale. Esattamente come le scuole, da quella per l’Infanzia all’Università. Quindi devono poter accedere, certamente, tutti coloro che ne hanno più bisogno e tendenzialmente tutti coloro che lo vogliono.
Il Nido non è obbligatorio ma, a Bologna e in un numero sempre maggiore di città ,ormai quasi tutti i genitori di bambini dall’anno ai tre anni desidererebbero iscrivere i loro figli. Qui abbiamo la più alta percentuale di servizio assicurato rispetto ai bimbi in età, più che a Copenaghen, tuttavia le liste d’attesa sono ancora lunghe e molti sono i requisiti per regolamentare l’acceso favorendo appunto chi ha più necessità e meno risorse economiche. Diciamo la verità è proprio su questo la Lega voleva puntare, con le norme ambigue del Ministro Maroni sulla sicurezza, (che creano sempre più clandestini, più nascosti alla società, più ricattabili: un vero pericolo per il vivere civile), e con la “spinta” che quelli del Carroccio impiegano perché i Comuni, anche la commissariata Bologna, caccino via dappertutto i non regolari, anche se lavorano, i loro familiari, i loro ammalati, i loro bambini.
Ecco i bambini. Dapprima la Commissaria dottoressa Cancellieri aveva disposto di non ammettere i bambini richiedenti il Nido se provenienti da famiglie che non potessero attestare la loro regolarità. Niente accesso, insomma. Bologna civile ha reagito, ha detto no a discriminazioni così odiose e pericolose. Anche molti genitori con figli in lista d’attesa e questo fa particolarmente onore a questi nostri cittadini.
Allora Cancellieri, prima applaudita solo dagli sciagurati leghisti bolognesi, ha fatto marcia indietro e cerca una via d’uscita fra leggi ingiuste, disposizioni ambigue ( lo stesso Ministero a Torino ha detto di soprassedere e ammettere i bimbi) e il volere di una città che non vuole scendere al livello delle guerre fra poveri.
Cosa insegna questa vicenda:
a) Bisogna vigilare, senza polemiche preconcette ma con gli occhi aperti, su quanto fa e farà la Giunta commissariale. Non è stata eletta ma ha pieni poteri, può fare cose buone ma anche gravi sbagli, magari anche solo per spirito burocratico..
b) Il razzismo c’è ma non ha ancora ingoiato i valori ed il buon senso di Bologna e dei bolognesi. Bisogna fare crescere la partecipazione per dare risposte ai problemi che ogni giorno-a partire dai servizi- la convivenza di cittadini e nuovi cittadini inevitabilmente provoca.
c) La Lega è il contrario di come si dipinge, non è una associazione di popolo che vuole vedere le cose per quello che sono e aiutare i cittadini, al contrario è un partito politico che per avere consenso aizza il fuoco di ogni conflitto senza curarsi se questo porterà delle conseguenze negative, anche a Bologna.
d) Ci vogliono più nidi, pubblici, in project financing, ed anche in convenzione con privati -purchè si tratti di persone serie. Non basta dire che più ce ne sono più altra gente li vorrebbe e quindi le liste d’attesa comunque cresceranno. I tempi delle famiglie si sono sfrangiati, si sta meno assieme, anche per la precarietà che è così diffusa, i bambini di pari età li si incontra sempre più solo a scuola, quindi sempre di più si vuole che la scuola cominci con il Nido. Ecco un bell’argomento per tutti coloro che vogliono candidarsi a fare il Sindaco della nostra città.
www.davideferrari.com

venerdì 2 aprile 2010

Elezioni a Bologna. Voto che va, Congresso che viene.

Cosa ci si aspettava dalle Elezioni Regionali, in Emilia-Romagna? I pareri erano concordi, un calo del centrosinistra a livello regionale, più o meno in linea con tendenze certo non positive, ormai in evidenza da lungo tempo, e un fortissimo calo a Bologna, soprattutto in città.

Purtroppo il calo regionale è stato più accentuato.

Astensione, lista Grillo, Lega, molte le direzioni ma tutte con lo stessa insegna: la sfiducia verso la politica, i partiti programmatici, quelli che chiedono di fare qualcosa, a cominciare dal PD. No, se dalla politica non ci si può attendere nulla, allora, o non si va a votare oppure, a destra o a sinistra, ci si indirizza dove si promette il meno, dove si dichiara di saper tenere fuori i problemi -Lega- oppure che passerà il tempo a controllare i conti -Grillo- anche se degli eventuali risparmi nulla si dice del come sarebbe meglio impiegarli.

In questi chiari di luna è importante che Bologna non sia stata il punto dell’abisso, ed anzi abbia fatto segnare un voto-certo negativo- sia chiaro- ma non catastrofico. Non era scontato.

Ha contato la volontà di parti importanti di una città peculiarmente democratica di non andare dietro sirene demagogiche, comunque conniventi con lo sfascio delle istituzioni. Ha contato anche il gradimento ricevuto da alcune figure. Va considerato senza remore il risultato di Maurizio Cevenini anche perché non è il primo. Ha contato , e molto, la volontà di tenere il partito in campo, portata avanti dal gruppo dirigente attuale del PD. Non era affatto scontata ed anzi i più, fra chi parla sempre, chiedevano commissariamenti di qua e di là. Va riconosciuta. Non farlo per meschini posizionamenti congressuali sarebbe sciocco. E’ scorretto ricordare che comunque tutte le vacche sono nere. Certo il buio è fitto per tutti e sembra così intelligente ripeterlo ed invece in politica bisogna saper distinguere, afferrare bene l’analisi di tutti i punti negativi ma anche dei positivi, fossero pure pochi.

Non fare così invece incrementerebbe tutte le tendenze negative che certo vi sono e che sono apparse anche nella campagna elettorale. Ad esempio la balcanizzazione delle aree ed anche dei territori, ognuno dietro ad un punto di riferimento. Penso al futuro immediato. Al Congresso. Chi vuole rinnovare dovrà chiedere un mandato chiaro e ricevere piena autorità. Servono quindi soluzioni unitarie e basate sulla volontà di utilizzare al meglio tutte le energie e le generazioni. Qualcuno ha scritto che stiamo ballando sul Titanic. Se non si farà attenzione il passo sarà in avanti, sì ma oltre la spalletta, dritti nell’Oceano.

Detto questo , un po’ di cattiveria ci vuole, non solo perché andiamo male ma anche per mettere il sale della critica e rendere più utile il Congresso.

Perché non usare la cattiveria per mettere sotto esame il nostro governo, per esempio nelle città, a Bologna? E’ ancora straordinaria – checché - se ne dica- ma non è capace, da molto tempo di darsi delle priorità secondo un ordine che i cittadini condividano. Si è perduta l’abilità di usare la grammatica elementare dell’azione di governo combinata con la presenza sociale. Quello che ha fatto grande la Sinistra riformista e in Italia il Pci emiliano-romagnolo. Non è poco, è una tragedia.

Non basta andare a vedere il bellissimo film “La febbre del fare” e sognare a occhi aperti.

E’ questo il tema su cui mettere alla prova insieme giovani e vecchi non stanchi. Vedremo, già al Congresso, chi lo farà con più convinzione.

www.davideferrari.org

Rospi all'Aquila.

Tempo di elezioni e di commenti al voto. Parliamo d'altro.
Una biologa anglosassone, Rachel Grant della Open University di Milton Keynes, nella contea di Buckingham, ha scoperto che i rospi abruzzesi interruppero, ben al 75%, di copulare, poche ore prima del sisma che ha distrutto l'Aquila. Smisero la "monta", o quel che fanno loro, per dirla cruda.
"L'unica ipotesi valida è che i rospi abbiano avvertito l'imminenza di un sisma e, spaventati, siano fuggiti via, perchè - ha detto la Grant - sono dotati di molti recettori geomagnetici sul corpo". Non è uno scherzo ma una vera new .
Quando ero un ragazzetto, un mio amico più grande si laureò in Fisica con una tesi sulla prevenzione dei terremoti in Cina. Eravamo tutti e due maoisti, o credevamo di esserlo.
Ma, per la verità, i fantasiosi cinesi si ingegnavano a prevenire osservando il volo improvviso delle papere ed il nitrire nervoso dei cavalli.
Invece ora si spiano i rospi. Quanti rospi? La notizia che ha fatto il giro del mondo, non lo specifica.
Se si parla di 75 %, di percentuali, almeno cento coppie di rospi e rospe saranno stati sotto osservazione.
E perchè nessuno dei collaboratori della scienziata ha chiesto un parere alle rospe. Erano scontente o sollevate?
E le coppie di rospi gay? Chi ha interrotto il coito in quei casi? E le coppie lesbiche? Ancora più difficile stabilire il rapporto fra loro ed il sisma in arrivo.
Certo se è vera , la scoperta può avere conseguenze importanti e benefiche.
Basterà non perdere mai d'occhio qualche centinaio di batraci ed il gioco è fatto. Al primo coitus interruptus multiplo tutti in strada. Speriamo che i rospi non lo imparino o che non abbiano il gusto degli scherzi.
Altrimenti sai le risate che si faranno con le graziose rospe. "Dai , ora faccio finta. Vedrai quelli impazziscono. e noi ci ritroviamo fra dieci minuti nel fossato vicino alla Chiesa!"
Un'altra domanda: perchè l'Università inglese viene a studiare le prestazioni dei rospi in Italia? Forse la fama del maschio latino, in vertiginosa discesa fra gli umani, resiste fra i ranocchi.
Poveri rospi, però. Mai un poco di privacy.
Solo su una cosa potranno contare, i bufi aquilani. Nessun rumore di ricostruzione li disturberà. Al massimo il cigolio delle povere carriole dei volontari.


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