giovedì 18 febbraio 2010

Tutti online, con la bava alla bocca.

Il mio provider che forse è il più grande al mondo (per non far pubblicità scriverò solo le prime lettere del suo nome: yah..) propone sul suo portale, ad ogni collegamento, una lista di notizie che ritiene principali ed una gruppetto di click consigliati.
Solitamente si tratta delle nozze di qualche velina internazionale o della scoperta di un uomo più piccolo del più piccolo finora conosciuto.
In questi giorni la super-foto-notizia riguarda la cantante Arisa. Pare abbia cambiato look. Chissenefrega, direte, ma Yah.. lo annuncia e lo documenta con dovizia di immagini: due enormi occhiali da bambolotto, un abitone, sformato ma simpatico alla zingaresca e due stivaletti marroni dal tacco altissimo.
Come ogni notizia bomba anche questa è sottoposta ai commenti dei navigatori.
Centinaia di commenti. Si presuppone di giovani e di giovanissimi.
Incuriosito dai primi, di una gratuita e sorprendente violenza, ho scorso i post seguenti, decina dopo decina. Confesso che sono rimasto impressionato. Una sequela infinita di insulti, o meglio di parole scagliate come sassi in una lapidazione. Sono parole che evidentemente si ritengono le più forti, quelle che possono esprimere il ribrezzo, quelle che -per loro- tutti capiscono come negative: “SEMBRA UNA ZINGARA-CHE SCHIFO-è UNA POVERA-VADA IN STAZIONE-PRENDETELA-RINCHIUDETELA” e via andare. Non ho trovato ombra di ironia. Semplicemente, l’odio verso zingari, gli stranieri e, ancor più significativo, verso i poveri, la maledizione contro gli emarginati, simbolo di ogni male, sono nel vocabolario e nelle idee di tanti, fra i nostri figli. Come in molti cori degli stadi, e qui non c’è nemmeno la scusa delle provocazioni di un Balotelli.
Francamente non c’è da stupirsi se, ogni tanto qualcuno brucia un barbone o incendia un campo nomadi.
Povera Arisa, i suoi vestiti casual hanno scoperchiato un vaso colmo di odio.
Per la verità trovo anche qualche post dissonante, che prende le distanze da questo oceano di bava.
Ma l’eloquio dei “buonisti” rivela frequentazioni scolastiche lunghe, e quindi elitarie, e probabilmente qualche anno in più.
E’ importante, ma non annacqua la sostanza, il piombo fuso, l’onda nera.
Che fare? Davvero non saprei. Non ci sono scorciatoie. Di solito i moralisti tirano in ballo la scuola. Sarebbe troppo scontato. E poi la Gelmini la sta smontando pezzo per pezzo, come sperare?
Proviamo a chiamare in causa la Chiesa cattolica, così importante in Italia? Chè faccia qualcosa, almeno lei, con le migliaia di oratori che organizza. Certo vien da pensare che sarebbe molto meglio se le alte gerarchie ecclesiastiche dessero voce ai preti di base, che sono in trincea e probabilmente sanno a che punto siamo, invece di parlar sempre di Crocifissi sui muri e di nozze gay.
Ma non basta chiedere agli altri di fare qualcosa. La campana dei giovani abbandonati al nulla, alle mutande lunghe ed ai pantaloni bassi, alla caccia alle firme ed al disprezzo per chi non le possiede, suona per ognuno di noi. Padri e madri, forza, visto che anche voi siete sempre online, correte in rete, almeno lì, per incontrare, ed educare -sì proprio educare- i vostri figli.

"Il Bologna" Quotidiano Epolis
Segnali di fumo
di Davide Ferrari