martedì 19 maggio 2009

Crevalcore e altro. Vittime senza giustizia

Crevalcore. Solo un punto sulla linea ferroviaria. Il 7 gennaio del 2005, lungo la linea Verona-Bologna, un incidente costò la vita a 17 persone. Chi è morto lì è senza giustizia. L’errore fu solo del macchinista. Così dice il tribunale. L’unico colpevole è morto quel giorno. Il contesto, le omissioni, i mancati avvisi che quel pover’uomo non ricevette non contano. Non conosco i particolari, e non auspico forche per nessuno. Ma, certo, la recente sentenza è stata vissuta dai familiari delle vittime come una giustizia sottratta, una dignità sottratta, in ultima analisi un’ umanità sottratta. Non si creda che il nostro sia un paese clemente. Per le vittime non c’è scampo. I figli dei 17 morti di quei treni non hanno diritto di parola. E, chissà perchè,vengono in mente, in fila, altri fatti, altri nodi alla gola. Siamo un paese dove l’erede Savoia, ballando ballando, arriva alla candidatura europea, mentre i parenti dei trucidati di Marzabotto non hanno risarcimenti. Guerre lontane , si dirà. Guardiamo anche ad altre più vicine, allora. Il terrorismo è davvero esistito? Non lo sappiamo più. Non lo dobbiamo ricordare. E c’è chi non trova di meglio che dare libertà, o suppergiù, a Fioravanti e Mambro, gente che avrebbe tanti ergastoli da scontare quante sono le perle di un rosario. Le colpe dei padri si estinguono, quelle dei figli sono una curiosità. La morale non vale più di qualche parola di circostanza. Anche nelle minime cose. Moggi è quasi un eroe, Corona è in crescita, si prepara un film su Vanna Marchi. E Bossi vuole eleggere i magistrati, così ci si cava tutto il dente e non ci si pensa più. Insomma, la vita della gente, quella che subisce, conta poco. Poco contiamo. Ci resta solo il gusto di scoprire qualcuno che subisca più di noi. Speriamo in un cazzotto di un rondista, nello sperone di una motovedetta. Per sorriderne al bar e mandar giu’.

"Segnali di fumo"
rubrica di D.F. su "Ilbologna", quotidiano Epolis