giovedì 9 ottobre 2008

Scuola e altri conflitti. Il senso del limite che manca alla Destra.

Guardando alle scuole inquiete di queste settimane si può osservare tutto il paese.
Ho ritenuto importante assieme ad altri consiglieri comunali, prendere cartae penna per scrivere una nota di solidarieta' ai genitori ed ai docenti delle scuole XXI Aprile e Don Marella,ad insegnanti fatti segno da una manifestazione di Azione giovani di accuse insultanti,e a genitori che hanno visto un atto vandalico contro i loro cartelloni,firmato da scritte inneggianti al Presidente del consiglio.
Piccole cose? Ragioniamo con attenzione.
C'e' un clima brutto di intolleranzache deve trovare risposte coraggiose non solo dalla comunita' scolastica, ma dalla societa' bolognese.Alla positiva conclusione della vicenda giudiziaria sull'occupazione delle XXI Aprile,ad un sospiro di sollievo è però seguita subito la "vicenda Garagnani".
Non voglio qui riprenderne i contorni.Comunque sia andata non è forse un dovere considerare come sia graveche venga anche solo sospettato un deputato della Repubblicadi svolgere un ruolo di provocazione?
Al di la’ del sostegno, di parte,che Garagnani riceve in questi giorni, auspico si apra, anche nella Destra,una riflessione profonda.Mi chiedo: "Quale è il limite del confronto e dello scontro politico?Quali sono i pilastri della convivenza politica?"E’ esagerato porre questa domanda, su questo terreno?Non lo credo. Pensiamo al terreno della conflittualità: è la scuola,una preziosa "terra di tutti".Quali sono le motivazioni della protesta che ha suscitato reazionicosì aspre. Asprissime, intimidatorie. Se anche non fosse vero che silanciano le uova contro chi protesta, certo si fotografano bambini e genitorinelle manifestazioni. Com’è noto.Invece le motivazioni della protesta dovrebbero interessare tutti.
Il ruolo della scuola pubblica, la sua dimensione e la sua qualità.Una scuola che è obbligo fare trovare, per dettato Costituzionale,in ogni territorio, in ogni ordine e grado. Sarebbe naturale che le forzepolitiche della maggioranza difendessero con argomenti il proprioGoverno.
Ma e’ naturale che contro una protesta sociale, di merito, si scateniuna reazione furibonda?No, è un fatto grave ed abnorme. Così è grave, anche se si è di Destra,ritenere una menzogna l’antifascismo e il razzismo una cosa con la qualesi può minimizzare.Serve un limite. Chi dissente va rispettato, da tutti, e i principi fondamentalidevono essere praticati comunemente.
Ma i limiti, appunto, esistono solo quando tutti li riconoscono. Nell’ItaliaRepubblicana e democratica i limiti devono risiedere nei valori espressidalla Costituzione e nelle regole che essa richiede.Ma le grandi forze politiche di oggi non erano presenti alla redazione dellaCarta costituzionale e, a Destra, non dichiarano ancora una esplicita, esenza remore, filiazione dalla Costituzione.Nella storia d’Italia, la Sinistra, e chi ne è erede, ha dovuto compiere ungrande percorso per cambiare non solo le proprie politiche ma la propriaconcezione pratica della politica.Nel processo di democratizzazione sempre più compiuta, è mutato, non solola pelle, ma il cuore.
Si è riconosciuto un limite alla politica, un limite al conflitto, si è compreso che vincere non può voler dire cancellare.
A Destra questo non è avvenuto.Ogni giorno ne registriamo le conseguenze.E’ sempre giusto parlare di patti sulle regole, ma il primo patto dovrebbeessere sui principi ed i comportamenti.
Verificare la capacità del rispetto,di dichiarare l’alt quando si raggiunge il varco dell’intolleranza.
Quando ciò avviene per propria scelta sia dato merito a chi lo fa.Ad esempio il Presidente attuale della Camera, in alterne occasioni,sembra consapevole di questa necessità.
Ma laddove ciò non avviene per maturazione autonoma deve esserel’obiettivo principe della battaglia politica farlo maturare.A questo serve l’opposizione, a limitare la politica per nobilitarla,per accrescerne la libertà. E’ un compito grave ed importante.Richiede certo equilibrio e forza di dialogo.
Ma in primo luogo, nell’emergenza del nostro convivere, richiede fermezza.

Davide Ferrari

www.davideferrari.org