lunedì 22 settembre 2008

Il ricordo di Leo De Berardinis e Luigi Gozzi

Il ricordo di Leo De Berardinis e Luigi Gozzi in Consiglio Comunale


Il Presidente Gianni Sofri ha incaricato il consigliere Davide Ferrari di
ricordare Leo De Berardinis e Luigi Gozzi in Consiglio comunale.
Inviamo il testo stenografico dell'intervento.
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RICORDO DI LEO DE BERARDINIS E LUIGI GOZZI
Consiglio comunale di Bologna Lunedi 22 Settembre 2008

Consigliere FERRARI.
Grazie Presidente, signor Sindaco, colleghi.
Credo che non sia questa l'occasione per citare note biografiche, oppure per
entrare nei particolari del giudizio critico sull'opera di due artisti cosi'
diversi, ma entrambi cosi' significativi del rapporto fra il teatro e la vita
pubblica, la coscienza che una comunita' ha di se.
Vorrei, quindi, utilizzare questi pochi minuti che Ella gentilmente mi ha
assegnato, per ricordare soltanto due tratti, uno di Leo De Berardinis, e
l'altro di Luigi Gozzi.
Di Leo De Berardinis voglio ricordare la sua insistenza sul dovere dell'attore
di formare il pubblico, di costruire il pubblico, di realizzare "l'esistenza del
pubblico".
Alle volte, soprattutto le grandi figure del teatro di avanguardia sono
considerate come personaggi iniziatici, personaggi cioe' che rivolgono per
scelta la propria azione ad una ristrettezza di interlocutori eletti.
E' vero, Leo non pensava a pubblici indistinti, ma riteneva suo primo dovere
affinare l'arte fino al punto di creare il pubblico per un grande teatro di
ricerca culturale. In questo stava la sua lezione civile piu' importante.
Era un uomo di cultura profondissima, avemmo i primi contatti, poi via via piu'
intensi, per il comune interesse verso una figura lontana da quella che sembra
oggi la nostra attualita' , Sri Aurobindo, il grande pensatore indiano, figura
molto complessa, che ha operato un tentativo di sintesi fra Occidente e
Oriente.
Bene, io penso che De Berardinis fosse interessato a questa figura, come ad
altre, certamente per il suo dono di possedere una mente sempre apertissima, ma
anche proprio perche' Aurobindo cercava di conciliare l'inconciliabile, per
intravedere un destino per una evoluzione dell'uomo .
La ricerca della perfezione, lo "stile" orientale della ricerca dell'assoluto,
era in Leo de Berardinis messo a confronto con una volonta' straordinaria di
egemonia, di battaglia aperta per una cultura democratica perche' davvero
libera.
Luigi Gozzi, io penso, vada ricordato soprattutto per un punto, fra tanti, tante
sue affermazioni, dichiarazioni, conferenze, studi, e soprattutto fra tanta
vastita' del suo lavoro di regista e di formatore.
Una volta era comune richiamare il punto dell'unita' , della salda unita' da
ricercare tra didattica e ricerca, come elemento di qualita' fondamentale per
l'Universita' .
Gozzi ha cercato di praticare esattamente questo punto, nel suo fondare
addirittura un teatro, e poi mantenerlo vivo con caparbietà ed intelligenza, con
il suo non dimettere mai il rapporto fra l'insegnamento e la produzione in
proprio di teatro. Un esempio, in questo campo, fra i piu' limpidi di unione fra
didattica e ricerca, e Gozzi ne era consapevole.
Il suo lavoro ha lasciato un segno imperituro, e cioe' la convinzione che chi
forma i nuovi quadri del teatro, puo', addirittura si potrebbe dire "deve"
produrre teatro, produrre impresa di spettacolo, fare produzione artistica.
Da questo punto credo non si tornera' indietro, a Bologna, almeno come elemento
concettuale, e questo ha fatto della nostra citta' un punto di avanguardia
riconosciuto.
Lo dobbiamo molto anche ad altre figure, ricordo Picchi, tante altre figure, ma
lo dobbiamo moltissimo,in massima parte, a Luigi Gozzi.
Si parla spesso di Bologna e la sua cultura, si dice come nella rete delle sue
strade manchino le eccellenze e si ritrovi un ordito diffuso invece ricco,
vasto.
Certo e' vero, ma alle volte i nodi di questo ordito stringendosi permettono di
farci riferire a figure di straordinaria qualita' .
Cosi' erano, e dobbiamo quindi a loro l'onore di questo ricordo del Consiglio e
ben di piu', Luigi Gozzi e Leo De Berardinis.