lunedì 21 luglio 2008

Il "forum delle scuole" alla conferenza programmatica del PD di Bologna.

Partito Democratico di Bologna
Forum delle Scuole

Una proposta per l’Assemblea Programmatica del P.D. di Bologna
18 -19 luglio 2008


Una prospettiva inquietante……
Il D.L. 112/2008, la “manovra” Tremonti, così come attacca grandemente le Università, prevede un taglio pesantissimo degli organici della scuola statale in tre anni, 100.000 docenti e circa 50.000 personale ATA (17%), con l’obiettivo di derivare per il bilancio dello Stato un risparmio totale minimo di 7.822 Euro in tre anni.
Chiunque comprende che non si tratta di tagli per razionalizzare ma di una scelta di ridurre, dequalificare, paralizzare la scuola pubblica.
La situazione che si determinerebbe nella nostra regione: si dovrà passare ad un taglio dei servizi scolastici, in particolare quelli più richiesti dalle famiglie, quali la durata del servizio per tutto il giorno, nella scuola dell’infanzia, o il tempo pieno nella scuola primaria. Oppure la qualità della formazione fornita dal sistema scolastico non potrà che peggiorare dato l’aumento da 4 a 6 degli alunni per classe
E’ particolarmente necessario difendere il sistema formativo dell’Emilia-Romagna dagli effetti drammatici che queste scelte sono destinate a produrre, in un sistema così ampio di servizi consolidati.

…………alla quale bisogna reagire
La protesta deve essere larga ma unirsi alla proposta.
La proposta di una idea diversa di scuola, come elemento centrale dello sviluppo ed ancor più come garanzia della crescita e della libertà intellettuale delle persone.
Serve una battaglia nazionale, è vero, ma elemento di riferimento di questo impegno, per i contenuti alternativi ad ogni modello di dequalificazione della scuola, può essere una iniziativa politica e legislativa della Regione Emilia-Romagna per gestire, concorrentemente, l’istruzione e, esclusivamente, la formazione.
Una scelta che si indirizzi con chiarezza in senso federalista, ma opposta nei contenuti a quella avanzata dalla Lombardia di Formigoni.
Una scelta a difesa di un modello forte di integrazione fra la scuola, i territori, gli Enti Locali, la produzione culturale viva, le altre opportunità educative.
D’altra parte l’Emilia-Romagna già si è dotata di una legge che si pone l’obiettivo di garantire ad ogni giovane un diploma di scuola superiore o almeno una qualifica professionale e di organizzare l’offerta di formazione permanente rivolta agli adulti, mettendo a sistema le risorse educative, di scuola e di formazione del territorio regionale.
E, pur nell’incompletezza del disegno istituzionale per quanto riguarda gli organi collegiali e territoriali e con pesantissimi limiti sul piano delle risorse, qui l’autonomia delle istituzioni scolastiche, ha messo pù radici, ampliando il ruolo e la responsabilità della funzione docente. Le scuole autonome sono oggi pienamente titolari della progettazione e gestione dell’offerta formativa e si rapportano direttamente agli Enti di governo del territorio.

Scegliere di governare la scuola, per le città, per Bologna. Da cosa si parte.

Non è un caso che ancora oggi Bologna e l’Emilia-Romagna registrino i più alti tassi di scolarizzazione del Paese, in media con l’Europa, e la più bassa dispersione scolastica (il 9.8% contro una media che supera il 30%).
La più alta spesa in Italia da parte degli Enti Locali per la scuola si è aggiunta infatti a quella dello Stato. Da oltre trent’anni si è fatto un investimento fondamentale sulla scolarizzazione precoce, sulla qualità e capacità di integrare dei nidi, della scuola d’infanzia e di quella elementare e si sono innovati i modelli di riferimento, in un percorso innervato sulla ricerca pedagogica, sulla formazione degli operatori e sulla condivisione delle scelte, sulla collaborazione tra le diverse istituzioni.
Inoltre, ottime scuole tecniche e professionali, un sistema di formazione professionale più forte e diffuso, l’enorme patrimonio dell’Università e dei centri di ricerca hanno definito in passato un sistema formativo invidiabile fondato sulla formazione dell’infanzia, sapendo agire con continuità e sui tempi lunghi necessari. Si è definito un modello di welfare e, al tempo stesso, un formidabile fattore di sviluppo.

La stessa domanda sociale sembra oggi chiedere più scuola, più intervento pubblico, più qualità.
Una ripresa significativa della natalità dal 1988, la presenza crescente di bambini e ragazzi stranieri (oltre l’11%), l’aumento delle certificazioni di H sul piano cognitivo e relazionale e di adolescenti che “stanno male” in modo più o meno evidente, o che manifestano un disagio adolescenziale crescente, collocano sempre più la scuola sulle frontiere avanzate del sociale e non consentono più risposte volontaristiche.
Ad un vissuto di frustrazione e abbandono della scuola si somma la solitudine e la precarietà degli adulti, anche nell’esercizio delle “funzioni genitoriali”. Bisogni nuovi di sicurezza, socialità, identità si traducono in una richiesta più precisa di garanzie da parte dell’Ente Pubblico e di qualità della formazione, di partecipazione alle scelte e alla difesa delle istituzioni educative: un fenomeno evidente e che da decenni non si presentava.
La formazione tecnica declina nell’orientamento dei giovani e mancano già da ora figure determinanti per l’impresa bolognese; essa rappresenta un segmento e non una completa filiera fino ai livelli più alti della formazione, peraltro difficilmente accessibile alle esigenze di formazione permanente degli adulti; i laureati sono di poco aumentati negli ultimi 30 anni e si registra un calo preoccupante delle facoltà scientifiche e tecnologiche; incerto è ancora lo snodo tra formazione alta, ricerca, mercato del lavoro e imprese. L’inefficienza del sistema conduce a procrastinare le scelte professionali e le prime esperienze di lavoro.
I segnali di crisi che vengono dal tessuto produttivo e sociale e l’incertezza della prospettiva richiedono anche qui più capacità di innovazione, ovvero una più solida formazione di base e più sapere diffuso, nel territorio e del territorio.
A una crescente domanda sul piano della primissima infanzia, di scuola d’infanzia e di tempo pieno, di diplomati e di laureati, di formazione permanente e di permeabilità dei sistemi formativi: una domanda forte di scuola pubblica, di qualità, di libertà di accesso all’istruzione e alla formazione per tutti e, in ogni caso, di garanzie che si chiedono all’Ente Locale, anche al di là delle sue competenze specifiche.

La scuola di Bologna e della provincia di Bologna: i luoghi dell’eccellenza.

Tutto sembra suggerire che, nel campo della scuola e della formazione, Bologna debba farsi nuovamente attiva promotrice di una “progettualità alta”: nella consapevolezza che oggi più che mai l’esercizio dei diritti di cittadinanza, la chiave dell’innovazione, dello sviluppo e della coesione sociale, stiano nella diffusione e nell’accesso al sapere;

Oggi è necessario, dunque, per contrastare attivamente lo svilimento cui è sottoposto il sistema dell’istruzione italiano, ridefinire principi fondanti, priorità e linee di intervento dell’Ente Locale. Occorrerà ragionare, pur garantendo il sistema d’istruzione nazionale, su un possibile federalismo scolastico, mai declinato, ma che molto spesso già esiste nei fatti.


Temi di riflessione e proposte di lavoro

1.Il diritto alla formazione appartiene alle persone e si esercita dall’età del nido per tutto l’arco della vita. Si tratta di un diritto individuale inalienabile. Deve divenire sempre più un diritto degli Enti locali e delle Regioni poter progettare le peculiarità del sistema formativo e educativo – come quantità, qualità, continuità, reversibilità delle scelte formative – da offrire ai propri cittadini, all’interno di un quadro nazione di istruzione e formazione.
2.La famiglia. La nostra società è profondamente mutata e non si può non prendere atto delle sempre più forti difficoltà che incontrano i genitori ad esercitare il loro ruolo educativo. Accanto al diritto alla formazione del bambino, esiste un bisogno delle famiglie di essere aiutate dai servizi sociali territoriali e dalle istituzioni educative, che devono potenziare la loro funzione di supporto alla genitorialità: impegnativa quando il bambino è nella primissima infanzia, ma ancora più difficile di fronte all’adolescenza.

3.La scuola pubblica deve assolvere la funzione che la Costituzione le assegna (art. 3) in quanto capace di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che (…) impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Non è dunque un servizio a domanda individuale ma un’istituzione della Repubblica dotata di autonomia. Essa si struttura su modelli pedagogici, si rinnova e si qualifica nel rapporto con la ricerca capace di saldarsi con il sapere degli operatori e in una progettualità condivisa con le famiglie. E’ luogo di formazione e aiuto alla genitorialità e di crescita culturale complessiva della città. Le sue strutture, attrezzature, competenze rappresentano il più importante centro di servizi formativi del territorio. Svolge una funzione fondamentale nel costruire il rispetto e l’integrazione delle diversità. E’ ancorata nel territorio e guarda all’Europa, contribuendo a costruire l’integrazione e la cittadinanza europea, nell’ambito di un percorso di armonizzazione dei sistemi educativi dei vari Paesi e degli obiettivi europei. In una generale “alleanza per la scuola” riconosciamo da tempo il ruolo che la scuola paritaria e legalmente riconosciuta può svolgere specialmente in alcuni segmenti dell’istruzione (Nidi, Infanzia…); e insistiamo per definire modelli d’integrazione con quella pubblica nelle sue variabili (Statale, Comunale ecc.), per fare dell’integrazione dei vari sistemi un punto d’eccellenza.

4. L’integrazione sociale e culturale. Più complessi e profondi sono i mutamenti della società, più alta è la sfida della diversità e più occorre investire sulla formazione perché questa possa rinnovare la sua funzione di accoglienza e integrazione, perché sia capace di dare a ogni bambino e ragazzo – diversamente abile o normodotato, italiano o immigrato, senza differenze di genere, cultura, provenienza sociale – la possibilità di acquisire la piena cittadinanza.
In questo contesto un punto di eccellenza è da considerare la recente firma dell’Accordo Provinciale per l’integrazione dei bambini con disabilità nella scuola promosso dalla Provincia di Bologna e sottoscritto dai Comuni di tutto il territorio provinciale..

5.L’accesso al sapere. La scuola e la formazione, oggi più che mai, rappresentano la garanzia della mobilità sociale, dello sviluppo, della capacità di innovazione di un territorio. Il sapere consente e crea il lavoro. Solo con una più forte e diffusa preparazione di base – umanistica, scientifica e tecnologica – è possibile affrontare la complessità crescente e le veloci trasformazioni del vivere e del lavorare. Il sapere è valore e fattore dello sviluppo e componente essenziale di ogni welfare.

Quale Ruolo, dunque, per l’Ente Locale?
E’, a nostro avviso, un ruolo complessivo di governo: deve cioè garantire la risposta ad una domanda sociale espressa, ma anche progettare il futuro del territorio e delle Comunità attraverso politiche attive per la scuola e la formazione.
Nel campo dei servizi educativi e della scuola per l’infanzia occorre potenziare il servizio pubblico, destinando a questo tutte le risorse necessarie, ferme restando le esperienze di sistema integrato già avviate e preesistenti , nei confronti delle quali occorre migliorare la cooperazione tra i soggetti diversi che attualmente intervengono nel settore, pubblici (ivi compresi servizi e scuole comunali) e privati, attraverso un compiuto sistema di controllo e di garanzie che l’E.L. deve fornire: indirizzi pedagogici, standard di qualità, controllo, accessibilità, libertà di scelta, partecipazione, diritti dei lavoratori, rispetto Contratti nazionali ecc.
L’Ente Locale esercita il suo dovere/potere di rappresentanza generale dei suoi cittadini nel ruolo di partner privilegiato delle nuove istituzioni scolastiche autonome. Esse sono responsabili della progettazione e gestione dell’offerta formativa.
Il Comune non può sostituirsi allo Stato ma deve farsi parte attiva perché sia assicurata risposta adeguata, quantitativa e qualitativa, alla domanda. Agisce in termini di supporto alle scuole singole (progetti, dotazioni strumentali, sostegno H, mensa, trasporti…), ma specialmente su servizi per reti di scuole, anche con il proprio personale (laboratori linguistici per stranieri e aule didattiche dei musei e delle istituzioni culturali)
Appartiene alle funzioni dell’Ente Locale la pianificazione dell’offerta formativa su scala metropolitana e la logica della rete, nonché la promozione di un coordinamento interistituzionale tra tutti i servizi e gli enti territoriali che agiscono sui bambini, gli adolescenti e i giovani adulti.

Tra i cittadini e le famiglie vi sono, è vero, fenomeni di abbandono dell’interesse della qualità e di considerazione della scuola come un puro strumento, e così fra i ragazzi non mancano fenomeni di disagio di specie differenti, ma l’impegno nella scuola è sempre più centrale nell’esistenza, per tutta l’età evolutiva, unico, o quasi, che si compie con pari età, che da senso alle generazioni.
E altissima e tuttavia largamente sottovalutata dalla politica permane la cura che i genitori e le famiglie pongono verso l'educazione. L'appello che rivolgono per una scuola ”buona”, non solo “utile”. E abbiamo detto dell’esigenza, che è avvertita e non solo oggettiva, di una formazione permanente che accompagni tutte le fasi di cambiamento nella vita di una persona.
La società ha sempre più bisogno della scuola, anche a Bologna, e la scuola non deve essere lasciata sola a rispondere alla domanda sociale.
Vi è, anche per questo, grande attesa nel conoscere quali nuove frontiere questo nuovo partito saprà delineare per la scuola e la formazione. Vi è una diffusa consapevolezza che il futuro del nostro paese, il suo ruolo in Europa, nell’economia mondiale passano, prima di ogni altra cosa, dall’istruzione e dalla formazione.


Documento preliminare per la discussione.
il testo è stato redatto da Luciano Russo, Davide Ferrari e Paolo Rebaudengo.