lunedì 29 ottobre 2007

Orti e anziani, per una città giovane

La Bologna che vogliamo
di Davide Ferrari


Sono un migliaio gli anziani che coltivano, a Bologna, un orto in concessione dal comune.
E' una realtà nota e apprezzata, che, tuttavia, si sente un poco trascurata.
Eppure è importante, lo riconoscono il Comune di Bologna ed i Presidenti dei Quartieri.
Un recente questionario del Coordinamento provinciale centri Sociali anziani e Orti ( che è parte dell'Associazione nazionale ANCESCAO) permette di capire meglio le caratteristiche delle tante persone impegnate.
Hanno risposto alle domande di ANCESCAO 486 uomini e 111 donne.
La prima generazione di "ortisti" venne formata soprattutto da ex-contadini, e ancora oggi circa il 30% dei partecipanti dichiara di coltivare il proprio orto per mantenere un legame con il proprio passato.
Via via negli anni sono arrivate altre persone ed oggi circa il 60% dichiara di fare questa attività unicamente per passatempo.
Molti hanno l'orto da meno di dieci anni. Si affaccia anche qualche laureato volonteroso.
In sostanza ai "veterani" si sono affiancate nuove leve, più cittadine.
Questa esperienza non è in crisi. Molti vogliono iniziarla. anzi il problema è quello che potrebbe nascere da un assottigliamento degli appezzamenti.
Infatti un calo del numero di orti a volte può derivare da un'altra destinazione del territorio, per nuovi parchi o nuovi interventi per la viabilità.
Potrebbe essere l'occasione per ridisegnare la mappa dei terreni, rendere più fruibili i campicelli, scegliendo il modello migliore, non troppo grande, di 70-80 orti per localizzazione.
Ma questo tarda ad avvenire, e Ancescao deve sollecitare l'assegnazione di nuove aree.
Che fare poi, che prospettive dare al servizio? L'associazione degli "ortolani" chiede una maggiore cura nel divulgare la propria attività ed un coinvolgimento maggiore.
Forse sono maturi i tempi per estendere esperienze già in essere, per esempio quelle di Borgo Panigale, che prevedono la gestione di spazi verdi comuni da parte di chi ne coltiva una parte adiacente, o comunque vicina.
Pensiamoci.
Tutti abbiamo un giardinetto sotto casa, spesso lo vediamo riempito da bottiglie e cocci, di cartoni per la pizza o residui canini.
L'educazione non abbonda.
Probabilmente occorre recintare e vigilare di più.
Lo deve fare il Comune ma molto possono fare, assicurando una gestione sociale, gruppi di anziani, dei quali "quelli degli orti" potrebbero essere la componente essenziale.
Chi ama la natura può estendere il suo amore fino ad un territorio comune come il verde pubblico e collaborare ad educare le giovani generazioni ad un maggior rispetto.
Tutti sappiamo quanto ce ne sarebbe bisogno!!.
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