venerdì 13 ottobre 2006

Davide in Comune. Interventi.

Nota Stampa
11 Ottobre 2006

"Serve un patto taxisti-comune-consumatori"
Un intervento del Consigliere Ferrari

Il consigliere Davide Ferrari è intervenuto oggi nella Commissione Attività Produttive del Consiglio comunale sul tema del servizio taxi.

"Ci vuole un nuovo patto fra il Comune ed i taxisti per la differenziazione e la maggiore qualità del servizio.
E a questo patto bisogna associare i consumatori e le loro associazioni.
I taxisti hanno il diritto di vedere nuove realizzazioni a loro favore, ad esempio nei posteggi per i quali serve un centralino unico e automatizzato , la salvaguardia della loro sicurezza e i telefoni in piena funzionalità.
Oggi chiamare un posteggio, che è necessario per non ingolfare i radio-taxi, non è sempre agevole.
Si potrebbero affidare ai taxisti, anche in autogestione, alcuni servizi per i posteggi.
Così bisogna continuare con decisione la politica dell'attuale amministrazione per garantire il controllo delle corsie preferenziali.
D'altra parte bisogna garantire un aumento mirato del servizio.
Non tanto con più licenze quanto con una forte specializzazione e differenziazione del servizio.
Taxi collettivi, taxi rosa, corse fisse: sono questi i puinti sui quali è urgente fare passi in avanti.
Infine bisogna coinvolgere i cittadini come consumatori.
Si parla sempre delle Associazioni dei consumatori solo come commentatori-a livello nazionale- dei grandi problemi dell'inflazione e della qualità dei prodotti in commercio.
Bisogna promuovere invece- a livello locale-un maggiore ruolo dei cosumatori-utenti dei servizi".
I consumatori devono avere voce al tavolo di confronto Comune-operatori.

Ferrari ha poi fatto alcune proposte specifiche: per esempio garantire un'immediuata visibilità nelle code delle vetture alla Stazione ed in Piazza Nettuno circa quale sia la macchina capofila, quella libera-cioè- sulla quale salire.
E, soprattutto, favorire file ordinate dei clienti soprattutto dove-come in Piazza Nettuno- mancano corrimano od altri indicatori lungo i quali ordinare la fila in attesa.

Per ufficio stampa
Maria Busi


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Dibattito sul Bilancio 2006 del Comune di Bologna
Mercoledì 28 XII 2005
Aula del Consiglio comunale.
Intervento del Consigliere Davide FERRARI

"Bilancio 2006.Le questioni politiche più rilevanti. La Finanziaria ed i Comuni. Il confronto con le Organizzazioni Sindacali.
Il voto dei 9 Quartieri.
Alcune questioni di merito prioritarie: Aldini, Cultura, Aule Scuola-Territorio".

Desidero innanzitutto partire, cari colleghi, da alcune affermazioni che riguardano forse più che il bilancio stesso, gli avvenimenti che hanno tenuto banco attorno al bilancio, a partire da questioni ad esso inerenti, per raggiungere una dimensione propriamente politica.
Io credo molto alla concretezza delle scelte amministrative, ma non vi è dubbio che talvolta esse acquistano inevitabilmente una caratura di ordine più generale.
In primo luogo voglio ricordare qualcosa che non ho visto molto citato in questi ultimi giorni, ma che pure non dovremmo dimenticare, cioè che l’Unione, cioè l’insieme delle forze di centrosinistra che regge la maggioranza anche qui a Bologna, ha compiuto consapevolmente la scelta di anteporre alla risoluzione di nodi pur decisivi ancora aperti la presentazione, la discussione del bilancio, la sua condivisione in Giunta, la presentazione e la votazione del bilancio nei Quartieri e infine questa discussione e la votazione che ne seguirà.
Tutti voi sapete a che cosa faccio riferimento, si può citare sicuramente il tema più rilevante e complesso, quello della legalità.
E' stata questa una scelta giusta, di concretezza e di senso di responsabilità.
Questo perché, colleghi, serve un’Unione larga ed unitaria, una maggioranza unitaria, responsabile, ma anche che si mantenga ampia nei suoi confini politici, una Unione che non prenda – come qualcuno, che non vuole bene al centrosinistra, pure spera – una configurazione a gironi, divisa in quelli più vicini al "primo motore" all’azione di governo e quelli più lontani, la sinistra più radicale.
No, occorre mantenere una configurazione salda, unitaria, basata sulla discussione comune a monte e a valle dei provvedimenti e delle grandi scelte.
Guardate, questo serve molto alla città e proverò a dirlo anche con esempi concreti parlando poi del merito delle scelte di bilancio, ma serve anche a qualcosa di più grande della nostra stessa discussione. Voglio citare qui, è presente in aula e lo faccio volentieri, il collega Presidente Mazzanti del Gruppo dei Riformisti, della Margherita, che ha detto una cosa molto importante, secondo me, all’indomani della presentazione fatta dalla Giunta di questo bilancio.
Ci ha ricordato che questo dibattito sul bilancio ha sancito ancora una volta la drammatica necessità di un cambio di governo nazionale, non di altro stiamo parlando. Sono d’accordo ma mi permetto di aggiungere questa considerazione al ragionamento che prima ho fatto, cioè alla necessità politica imprescindibile di mantenere una larga alleanza di centrosinistra.
Qui non si tratta di una dialettica, quella che si è aperta fra le città, le Province e la sede nazionale, già vista, non si tratta di un indistinto gridare "al lupo" per la mancanza di risorse. No, si tratta di qualcosa di assai diverso. Un Governo in fuga ha deciso di lasciare, come certi avventori truffaldini, le valige vuote puntate con il martello e i chiodi nell’albergo dove aveva avuto sede.
Questo è il punto: un bilancio fatto di vincoli di spesa insostenibili e di valigie vuote per le politiche sociali, dell’istruzione, della cultura, per il grande interfaccia tra le istituzioni e i cittadini, che sono appunto i Comuni d’Italia.
Tra essi certamente il nostro, che ha le difficoltà in più che derivano da un bilancio storicamente impegnato in servizi e dove, quindi, i vincoli di spesa hanno un effetto assai più drammatico che in altre realtà, dove ogni volta, di ciclo politico in ciclo politico,talvolta persino di anno in anno, si decide come investire le risorse.
Chi ha obblighi, per fortuna, pregressi dalla storia, ha ovviamente assai più difficoltà a gestire la politica delle valigie vuote e del vincolo di spesa.
Di fronte a questa considerazione, se questa considerazione, mi rivolgo anche ai colleghi del centro destra, ha un senso, è chiaro che deve scattare una volontà di governo molto forte, innanzitutto rinsaldando la maggioranza qua a Bologna, ma anche però auspicando finalmente un’epoca di diverso governo per il nostro Paese, questo ci dice la discussione in corso sul bilancio anche e soprattutto qui a Bologna.
Devo dire che mi pare che si sia cercato di sfuggire questo punto, in diversi modi, da parte di alcuni colleghi del centro destra, anche i più competenti.
Io proverò a citarne un collega in particolare, il collega Galletti di cui apprezzo moltissimo la competenza tecnica e non da oggi.
Bene il collega ha cercato in sostanza di riportare al già visto, a una discussione vecchia il confronto in atto fra le città e il governo sulla finanziaria, sui bilanci agli enti locali.
Non si può cari colleghi.
Al collega Galletti vorrei dire di impegnare la sua competenza nella battaglia per l’autonomia dei Comuni, non nella impossibile arrampicata sugli specchi per dimostrare che il taglio della spesa è inesistente o comunque si può fare a meno di considerarlo.
Sembra un po’, quando fa questo, Galletti, il famoso Don Ferrante, che a forza di negare la possibilità filosofica della peste, infine di peste morì.
Perché colleghi, certo non augurando a nessuno questa fine, sappiamo che noi tutti dobbiamo vivere in una città come Bologna, ed è interesse di tutti, anche dei nostri specifici elettorati di riferimento il fatto che si salvi quello che è il nucleo fondante della nuova Repubblica, cioè l’autonomia delle città e dei Comuni. Se questa viene travolta dai tagli di spese, che cosa resta di tutta una stagione che sia pure con orizzonti diversissimi, non ha portato avanti solo il centro sinistra, ma anche il centro destra, una stagione nella quale vi è stato il pensiero della riforma della Pubblica Amministrazione e dello Stato.
Cosa ne resta colleghi, di fronte ai tetti obbligatori di spesa? Di fronte alle percentuali fisse di incremento e decremento delle varie voci? Ecco allora questa battaglia doveva vederci assieme. Invece così non è stato. Almeno finora. Ascolterò i prossimi ed ultimi interventi del centrodestra, con attenzione, per verificare se vi sarà un mutamento di indirizzo, a questo proposito.
Ma se già vi fosse stato, almeno nei suoi spunti generali, ne avrebbe certo guadagnato la nostra stima, colleghi del centrodestra, nei vostri confronti.
Ma non è questo il punto.
Mi rivolgo a "La Tua Bologna", ne avrebbe guadagnato in evidenza la vantata caratteristica di centro di questa forza politica,questo è il punto.
Facendo invece l’opposizione, semplicemente l’opposizione locale, anche su un punto così grave come l’impossibilità di spendere per i Comuni, si scivola nella destra, si scivola cioè in quello che è, almeno in questo frangente, lungi da me ipotizzare scenari futuri, fuori dalla possibilità di incidenza politica.
Questo è quello che io temo e voglio segnalare con un dialogo fatto di aspra verità, per quanto mi riguarda, di aspro confronto ma anche però di interesse per ogni spunto diverso che potesse, ma io mi auguro possa ancora venire.
E voglio citare un’altra questione molto importante, che ha tenuto banco in queste giornate, che è quella del confronto con le organizzazioni sindacali.
Vedete, io innanzitutto penso che occorra valorizzare il positivo accordo sulle relazioni sindacali che è stato firmato proprio si può dire contestualmente alla presentazione di questo bilancio, ed io dico non a caso.
E voglio ricordare a noi tutti che il confronto difficile, il conflitto, nel senso ovviamente letterale del termine, che si è prodotto in queste ultime giornate, innanzitutto è figlio di una scelta del governo quale quella che prima ho ricordato.
Ricordiamo: c’è stato nel governo persino chi ha detto apertamente: sposteremo in periferia la conflittualità sociale, i cittadini non si rivolgeranno solo a noi ma avranno di fronte altri che dovranno spiegargli le difficoltà finanziarie.
Bene, se questo si voleva, qualche volta è sembrato si fosse addirittura raggiunto.
Sta a questa maggioranza e all’istituzione Comune nel suo complesso, alla Giunta, certamente al Sindaco, fare ogni passo ulteriore per evitare che questa manovra tremontiana abbia su questo fronte successo.
Ripeto, dobbiamo partire dal positivo accordo sulle relazioni sindacali,e andare oltre.
E’ possibile mi pare, vedendo gli atti che andremo a votare anche in questa sessione, vedendo quei passi in avanti che sono negli ordini del giorno unitari della maggioranza, che vanno interpretati esattamente come tali, senza alcuna polemica inutile con il movimento sindacale.
Alcuni passi in avanti sono rilevanti e non possono non avvicinare il mondo del lavoro e l’amministrazione.
Penso a quello importante sulla questione delle Aldini-Valeriani, coerente con l’apertura che l’assessore Virgilio aveva pure posto durante la trattativa e coerente anche però con le richieste che sono venute dalle parti più mature del movimento di protesta che pure vi è stato, e ha posto la necessità di salvaguardare un bene di tutti, per il futuro non solo per la storia della città.
Ecco, se riusciremo a fare questo passo in avanti, attenzione, esso dovrà essere finalizzato a creare le condizioni ed il consenso di partenza per arrivare ad una situazione nuova, che veda un concorso sociale nel finanziamento di questo istituto.
Possiamo prendere questa questione ad esempio di quella necessità più vasta di allargare socialmente il bilancio, che richiederà un’iniziativa di governo e anche di relazione sociale di ognuno di noi, certo con diverse responsabilità.
Certamente dal Sindaco fino – mi ci metto io – all’ultimo dei Consiglieri.
Occorre un’iniziativa inedita, molto ampia nella città di Bologna, cogente, capace di far sentire la comunità e non soltanto l’istituzione impegnata sulle poste più difficili e scoperte di bilancio.
Ecco, quindi io credo che con questo senso positivo i passi in avanti che potremo fare al termine di questa discussione con le votazioni, devono essere finalizzati proprio ad una ripresa del confronto e del dialogo, in primo luogo con le organizzazioni sindacali.

(N.B. Sulle Aldini vedi oltre. N.d.R)
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Cari colleghi, sarà un po’ più lunga la terza citazione che voglio fare.
Riguarda dei protagonisti, a mio avviso, un po’ dimenticati, ma essenziali ancora una volta della vita di questo Comune nel determinare il bilancio, e sono i nove Quartieri di Bologna.
Sono andato a leggere, a studiare, i documenti con i quali sono stati accompagnati i voti sul bilancio, devo rilevare, tutti e nove, positivi.
Guardate, io ho trovato una ricchezza di riferimenti e una mancanza di ogni qualsiasi volontà di nascondere i problemi, che dimostra la maturità e la serietà di una classe di governo, di una compagine allargata di governo, ma dimostra anche un’altra cosa: dimostra la volontà di confrontarsi apertamente con i cittadini, che già è stata compiuta in una lunga parte di dibattito in questo mese, a cui ha partecipato con grande impegno e voglio dargliene atto l’assessore Bottoni assieme agli altri Assessori della Giunta, ma anche una volontà di promuovere il confronto sociale che andrà più avanti nel tempo.
A questo sono finalizzati molti argomenti inseriti nelle delibere votate dai Quartieri, che sono assai rilevanti.
Ne voglio citare alcuni, ma non vorrei fare torto a nessuno: la sintesi chiara dei rapporti fra bilancio del comune di Bologna e precarietà del lavoro e precarizzazione della condizione economica di tante fakmiglie citata da Borgo Panigale, i temi degli asili nido citati fra gli altri dal Quartiere Saragozza, i temi dell’edilizia popolare, citati da molti Quartieri fra cui San Donato, i temi di profonde iniziative urbanistiche ricordati dal Quartiere Navile con la consueta sapienza, ma anche dal Quartiere Savena.
Poi il Quartiere San Donato che ha votato un lungo e importante documento sul decentramento, le richieste del Quartiere San Vitale ed altri per la ridefinizione dei procedimenti per arrivare ai budget, e Santo Stefano, che ha richiamato i temi dell apolitica del territorio, della collina, le politiche della cultura, e ancora Savena che ha ricordato l’importanza delle aule didattiche nel territorio, nei musei, sulle quali tornerò in conclusione.
E il Quartiere Reno che ha riportato interessanti e più ampie analisi sui temi più gravi del sociale e del mondo dell’educazione.
Sono tanti i punti, ma certo è che non si è trattato, colleghi, di una discussione irenica e vuota. Andiamo assieme a rileggere questi documenti, potrebbero essere non certo l’unico, ma uno dei canovacci sui quali costruire l’iniziativa di governo a partire dai primi mesi del prossimo anno.
E però, colleghi del centro destra, l’invito a rileggere questi documenti, vista anche la loro ricchezza, il loro non nascondimento, vale anche per voi, colleghi del centro destra, perché non bisogna dimenticare che queste indicazioni hanno accompagnato e non sostituito un convinto voto favorevole, dandogli anche il senso di un impegno e di una volontà chiara, esplicita, di mantenere salda questa maggioranza, tema che prima ho richiamato.
E quali sono i punti che hanno sostanziato il voto favorevole dei nove Quartieri?
Ripercorrerli mi consente di associarmi a questo loro voto.
In primo luogo, l’apprezzamento per le scelte contenute nel bilancio di previsione presentato dalla Giunta, che pur in presenza, come si è detto, di tagli rilevanti ha mantenuto inalterate le tariffe e assicurato ai Quartieri le stesse risorse del 2005, in un Comune come quello di Bologna, ci dicono i Quartieri, che ha un alto livelli di servizi, si è trattato di una scelta onerosa, difficile da gestire, ma molto importanti, nella condizione data si è trattato di una scelta politica coraggiosa, sì, ma pure ci viene ricordato per certi aspetti obbligata.
Io ho assistito in questi giorni ad alcune rocambolesche ricostruzioni circa tasse di scopo, di sub-scopo o sulla riarticolazione possibile dell’impegno delle entrate, ma quello che ci viene comunque detto – cito il documento di Borgo, quello di Navile – è che un’ulteriore pressione fiscale sarebbe stata difficile da sostenere in un momento di forte precarietà del lavoro, di difficoltà economica dei bilanci familiari e di ristagno dell’economia della nostra città e del territorio nel quale essa è inserita.
Quindi non è stata scelta da poco quella di cercare di equilibrare, questo è il centro delle politiche di bilancio che la Giunta propone, i dati confliggenti della mancanza di possibilità di spesa, delle risorse comunque limitate e del mantenimento sostanziale della pressione fiscali ai livelli fissati dai bilanci precedenti. Un mantenimento sostanziale, ribadisco, che laddove sono avvenuti aumenti li ha mirati a erodere qualcosa di quel reddito di surplus che è possibile erodere, quella consistenza patrimoniale che considerate le abitudini delle famiglie ad avere più membri proprietari di casa tocca chi, quasi sempre, ha ben di più della seconda casa in proprietà..
Ecco allora che la conclusione che traggono i documenti dei Quartieri e che anch’io condivido, è sintetica ma seria: in primo luogo che l’Amministrazione comunale ha inteso far rispettare, pure nelle avversità legislative, i termini del 31/12/2005 per l’approvazione di bilancio, non facendo ricorso all’esercizio provvisorio per l’anno 2006, e poi che gli effetti della legge finanziaria hanno comportato una riduzione pari a 37 milioni di euro, poi la concretezza della proposta di bilancio con la riduzione effettiva che qui l'Assessore Bottoni ci ha più volte richiamato, il sistema delle entrate che ha risentito di una significativa erosione per l’azzeramento dell’imposta ICI, per gli immobili ecclesiastici e per gli Enti di no profit, il mancato introito dell’ICI per il trasferimento del patrimonio ACER, poi via via, la scelta sulla Tarsu.
In sostanza a fronte di questo insieme di elementi, ha meritato fiducia una politica accorta che è quella di concludere l’itinerario di bilancio in tempo utile, non innalzare la pressione fiscale, aprire una trattativa con la città sulle tante voci in sofferenza e per quanto riguarda gli investimenti, la scelta netta della priorità della manutenzione delle nuove realizzazioni di edilizia scolastica. Io credo che sia questo il corpo delle indicazioni che ha meritato la fiducia dei Quartieri e merita anche, per quanto mi riguarda, la mia.
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Ciò detto, colleghi, io penso – già un po’ lo anticipavo – che occorra una riflessione ulteriore, a fronte di quello che è accaduto, per indicare anche come su alcuni termini di priorità sia possibile fare alcuni passi in avanti. Delle Aldini ho già detto, ma della scuola in generale e degli Istituti comunali in particolare si potrebbe parlare a lungo, cari colleghi.
Basti dire solo una cosa: se non saremo in grado di realizzare una proposta di scuole della comunità che, sia per caratteristiche organiche, per forme istituzionali, capaci di reggere, sia per risorse in grado di acquisire, non veda solo l’istituzione comune protagonista, oppure i problemi di quest’anno comunque arginati si riproporranno aumentati nei prossimi anni.
Questo vuol dire esattamente il contrario di una privatizzazione o di una resa, vuol dire che l’ente pubblico deve essere in grado di fare egemonia, indicando quello che è un suo obiettivo, e cioè il mantenimento e il rilancio di uno strumento formativo così importante per la produzione a Bologna e nella Provincia di Bologna, come un oggetto di investimento da parte appunto del sistema economico, produttivo e sociale di questa città.
Non sarà facile, ma è questa la proposta che può consentire da subito l’apertura di un tavolo per la raccolta delle risorse. Sulla cultura si è detto molto, anche se si è detto soprattutto al momento della presentazione del bilancio e credo che il fatto che l’argomento sia stato un po’ stato derubricato, sia dovuto proprio alle responsabilità dell’assessore Guglielmi.
Vede Assessore, se lei continua a fornirci iniziative di grande rilievo, quale quelle ad esempio che abbiamo visto in Sala Borsa con la presenza del professor Edoardo Sanguineti, sarà difficile per noi Consiglieri riportare al centro della richiesta di ulteriori finanziamenti questo settore.
Questa non è una frase da cicisbei, è la realtà.
Bisogna ricordare che c’è stata a Bologna almeno una fra le tante svolte di cui la città si è pienamente accorta, siamo passati dal provincialismo delle finte inaugurazioni, alla possibilità di vedere a Bologna degli avvenimenti di grande significato che hanno arricchito, credo, tutti noi.E infatti ho visto lietamente tante vostre presenze, di tutti voi, a queste iniziative.
Questo non toglie che dobbiamo considerare questi eventi anch’essi come un servizio, e allora se la scelta è quella di difendere i servizi anche il servizio di offrire alla città esempi di "attualità della cultura" è molto importante per la nostra città e deve restare al centro del nostro interesse prioritario.
E infine vorrei citare una terza questione,non ultima certamente fra quelle più vicine alla mia sensibilità.
Sono consapevole che tanti altri temi, basti pensare alle infrastrutture, si potrebbero forse con ancora più cogenza citare, pure vorrei proseguire nella grande area della formazione dell’istruzione e della cultura.
Voglio ricordare uno snodo tra scuola e cultura che a me sta molto, molto a cuore. Quello degli interventi per insegnare la cultura della città agli studenti ed alle scuole.

Cultura è anche diffusione e creazione del pubblico per gli avvenimenti culturali. Noi abbiamo costruito, non sempre consapevolmente, un sistema che aveva pochi uguali in Italia e ancora adesso l’ha solo in alcune zone periferiche, molto finanziate, penso ad alcune Regioni autonome che peraltro da qui hanno tratto i loro modelli per avviare le proprie esperienze, un sistema formidabile per avvicinare il sistema museale, teatrale, della produzione culturale, agli studenti di questa città a cominciare dalle prime età.
Oggi abbiamo dei segni 0, non dei meno, alle voci di bilancio che sono inerenti, dalle aule didattiche decentrate al CD-LEI.
E’ una scelta dolorosissima ma , oggi, obbligata.
Nessuno se l’è sentita di criticare l’Assessore quando l’ha presentato, quindi un perché ci sarà.
Ma attenzione, non è questa una terra di nessuno, a metà tra vari Assessorati, no, è un punto essenziale che distingueva, terminata la grande stagione dell’investimento diretto di personale nel Tempo pieno, delle scuole elementari, distingueva con centinaia di unità di organico impegnate, la nostra città fra coloro che hanno a cuore la creazione fin dall’inizio di un clima, di un humus di cultura diffusa nella nostra città.
Vedete, noi, a Bologna abbiamo almeno tre città.
E’ paradossale, ma due, che certo convivono con difficoltà, quella dei "bolognesi bolognesi" e quella dei nuovi cittadini migranti, tutto sommato dei punti di contatto fra loro ce li hanno e molti, e importanti, ma è invece con la terza città, quella degli universitari, che vediamo mancare molto spesso, al di là della coabitazione necessaria, un punto di contatto, di coesione sociale, di impegno condiviso nell’impegno per costruire una comunità più avanzata.
Bene, formare il pubblico della cultura diffusa, fin dall’inizio, dall’età scolare, entrare con questo obiettivo nella vita e nei percorsi di crescita dei cittadini bolognesi,fin da bambini, vuole dire anche costruire domani una città che possa essere sede universitaria in tutti i sensi, perché all’altezza di quei 60 mila ospiti che sono nella nostra città per studiare, che sono quindi intellettuali organici ormai a un progetto di vita basato sulla cultura e lo saranno in qualche modo per tutta la loro esistenza.
Ecco quindi, io ho citato tre questioni, qualcuna è stata più ripresa nei giorni scorsi, qualcuna meno, ma di tante dovremmo parlare non perché si possano rifare i conti e moltiplicare le risorse disponibili, facendo come Pancho Villa che stampava i pesos in cantina. Sappiamo che le risorse sono poche. Però potremo fare i conti anche con la nostra volontà e non soltanto con la moneta che pure è così necessaria. Se avremo la volontà di tenere assieme una maggioranza larga, forte, di rinnovamento per questa città, saremo all’altezza delle tre "città di Bologna" per portarle all’inizio di questo nuovo 2006, pur sapendo le difficoltà, a una nuova meta, una nuova stagione di buon governo.


(Resoconto stenografico)
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