martedì 16 novembre 2004

Coppie di fatto, fare meglio, non meno.

COPPIE DI FATTO E "FAMIGLIA"

CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

FARE "MEGLIO" , NON MENO" PER AFFERMARE I DIRITTI

 

I recenti interventi di alcuni esponenti cattolici sull’etica e la famiglia meritano risposte non riferibili solo alla polemica immediata.

Il che non significa, necessariamente, più flebili.

E’ necessario innanzitutto rendere più chiara la sintesi di queste posizioni.

Proverò a riassumerla così: "La famiglia è un bene più prezioso dei diritti dei singoli individui. Senza Famiglia non c’è fondamento della società ed, in ultima analisi, nemmeno dello Stato, anche di quello democratico. Solo l’impedimento dello sviluppo visibile e assistito delle forme di convivenza diverse dalla famiglia tradizionale, padre, madre, avi e prole, può difenderla. Non è possibile quindi aggiungere ai diritti della famiglia- sanciti dalla Costituzione- i diritti di altre famiglie, anzi, solo negando questi ultimi si da valore ai primi."

Questo ci dicono e con molta energia.

Chi non condivide questa impostazione deve avvertire la necessità non tanto di rispondere ma di esprimere, ogni giorno, con decisione e limpidezza le proprie convinzioni.

Tacere e poi, eventualmente, replicare è cosa che innesca ogni volta polemiche maggiori, immediatamente gravide di scorrerie politiche da parte di coloro che Beniamino Andreatta definiva "gli atei devoti", i "libertini" alla caccia del voto osservante.

Sono necessarie "azioni", non "reazioni" difensive, a colpo ricevuto. Un tempo, come si sa’, i "reazionari" erano gli altri. Oggi, troppe volte lo diventiamo noi.

Quali punti di riferimento vi sono, dunque, per una azione politica ed etica efficace?


a)In primo luogo la rivendicazione del grande valore della famiglia come strumento di promozione umana degli individui. La famiglia serve l’uomo, in questo consistono la sua forza e perennità. Non è possibile porla al di sopra del rispetto della persona umana.Se lo si fa la si indebolisce drammaticamente, facendone un "modello", rigido e quindi prima o poi superabile, anzichè una conquista naturale dell’uomo.


b)In secondo luogo occorre sempre ricordare che la famiglia va protetta soprattutto da tutto ciò che ne mina la possibilità: il lavoro assente o precario, l’insufficienza del reddito a garantire dignità, i tempi del vivere che ne riducono i momenti di comunità e comunicazione.


c)In terzo luogo considerare che chi come le coppie gay chiede di poter fare una famiglia, a tutti gli effetti, non solo non attacca l’istituto famigliare, ma, anzi, in controtendenza, ne riconosce l’attrattiva, anela positivamente all’indispensabilità della vita e della solidarietà calorosa della famiglia. addirittura ne mima le forme.

E questo è molto significativo, richiede attenzione e rispetto.

Bisogna rallegrasi di questa "vittoria" della famiglia non ostacolarla .

E non deve stupirci. Vivere una forma "altra" di sessualità non implica solo gli atti di questa volontà o necessità.

Le implicazioni della personalità,i sentimenti, non possono essere considerati solo negli aspetti della "pratica del desiderio", o disprezzata come vizio o rivendicata come libero sfogo.

E’ richiesta ben altra mediazione, ben altra iniziativa per essere e fare insieme società civile.

Ridurre in iniziative legislative questi assunti è delicato e difficile.

Per questo motivo mi pare un importante passo avanti la definizione di PACS, patto civile di solidarietà . Ma la chiarezza etica e culturale deve essere netta e leggibile, andare anche oltre, verso il pieno riconoscimento della vita famigliare, e dei suoi diritti e doveri, laddove essa obiettivamente esiste senza alcuna discriminazione per orientamento sessuale.

Sollecito un risveglio.

Tutto ci riconduce all’egoismo e alla paura, tutto ci spinge ad assediarci con i nostri figli nel fortino dell’IO, del "mio", compreso il "mio modo di vivere la sessualità".

Ma è il tempo di combattere per la speranza. Non solo di predicarla.

"Meglio, non meno", altrimenti dopo quelle udite da Kerry suoneranno campane per altri, per tutti.

Davide Ferrari

da L'Unità, Martedi' 16 Novembre 2004