giovedì 6 novembre 2003

Sul caso CAAB.

Trasmettiamo il testo di un intervento pubblicato su
"il Domani di Bologna", Domenica 7 dicembre 2003.

"I problemi si affrontano con professionalità e non
con le polemiche sui giornali" ha dichiarato ieri il
Presidente Sangalli a proposito della discussione che
lo scambio azionario fra Comune e Camera di Commercio
ha suscitato.
Proprio per queste intenzioni, di ciò posso scrivere,
l'opposizione ,ha sollevato e solleverà, in Consiglio comunale,
temi concreti e centrali.
Certamente suscita forti interrogativi l'effetto di
questa iniziativa sul CAAB medesimo, (non si sa
infatti se, e soprattutto come, vi porterà risorse per
chiudere la sua vicenda, mettendo in salvaguardia il
mercato).
Certamente la Giunta di Palazzo d'Accursio ha,
comunque, il dovere di presentare in Consiglio una sua
valutazione sulle ricadute che il salvataggio Caab,
che si affronta dopo quattro anni di ritardi e
negazioni, avrà sul bilancio del Comune,e di chiarirlo
prima che parta la discussione e vi sia il voto sul
Bilancio comunale.
Ma l'accento va posto anche sugli altri oggetti dello
scambio:la Fiera e l'Aeroporto.
Il Comune rischia di vedere un indebolimento del
proprio ruolo in due infrastrutture fondamentali di
Bologna.
Questo duplice risultato, a saldo negativo per il
Comune, si è voluto ottenere a pochi mesi dal voto e
senza alcuna considerazione della posizione
istituzionale di Regione e Provincia.
Da qui la nostra contrarietà che si è subito espressa
e chiarita nel richiedere una svolta nelle politiche
istituzionali del Comune, verso l'intesa e non nella
via dello scontro continuo con la programmazione
proposta su scala regionale e provinciale,
nell'interesse innanzitutto di Bologna.
Mi pare che questo punto di vista si stia facendo
strada anche negli interventi di autorevoli
commentatori.
Per la Fiera e l'Aeroporto dare più forza e
competitività a Bologna richiede una forte
integrazione a scala regionale.
Bologna diventa "una capitale", una città che conta,
se lavora insieme ad un territorio molto vasto,
diventando così , come si dice, la "porta d'accesso"
allo sviluppo di qualità, per un'intera area economica
e sociale d'Italia e d'Europa.
In primo luogo bisogna continuare a connettersi con un
territorio grande che va da Bologna al mare, come le
scelte, non di oggi, dell'Università, e la nascita di
Hera, con le società romagnole, già indicano.
Così non bisogna pensare lo sviluppo della Fiera in
concorrenza con altri poli regionali, (il "pallino" di
quell'Assessore, Raisi,che sui temi cruciali dello
sviluppo è sempre assente), ma unire le forze.
Per l'aeroporto la scelta di Forlì sta funzionando e
indica la strada giusta.
La strada di una forte crescita, sia nelle dimensioni
di traffico, che non può avvenire nell'area bolognese,
comunque sottoposta a limiti ambientali e geografici,
che nelle tecnologie, per ridurre e rendere
sostenibili i costi sul piano della vivibilità del
territorio.
Il presidende Alberto Clò ha presentato nella sede
della Commissione consiliare del Comune un consuntivo
positivo che però richiede una forte interfaccia
pubblica per andare avanti e cogliere tutte le
potenzialità.
Investimenti sulla mobilità,viaria e ferroviaria,
verifica dell'impatto urbano, politiche di attrazione
e marketing territoriale.
Già nei documenti di Bilancio presentati dalla Giunta
Guazzaloca non vi è nessuna traccia di queste scelte,
e domani, il risultato dello scambio azionario
potrebbe essere quello di rafforzare il quadro di un
ritiro dalle responsabilità del ruolo pubblico.
Mi ha colpito l'affermazione del Prof Clo' in
Commissione: "Sab non è stata coinvolta
nell'operazione "scambio".
E' vero che Clò ha correttamente chiarito che
l'azienda ha dei propri limiti, delle funzioni sue
proprie, e che lo scambio è materia di scelte
strategiche degli azionisti.
Ma è ben curiosa una operazione che si presenta come
centrale e che viene intrapresa senza e contro
Provincia e Regione e senza consultazione con la
società di gestione.
Anche le linee per il nuovo piano Strutturale del
Comune destano forti perplessità al riguardo.
La linea 2 della Metropolitana voleva essere la
risposta di Guazzaloca ad una parte delle questioni
che prima abbiamo riassunto, ma nessuno sa se, con i
costi di impianto e gestione che presenta, davvero
pribitivi, sarà mai realizzata, ed è già ampiamente
passata in secondo piano nelle stesse presentazioni
del Metrò da parte della Giunta.
Sembra invece sempre più utilizzata come motivazione
di uno sviluppo insediativo edilizio che, oltre
l'aeroporto, si diriga verso Calderara di Reno.
E'già accaduto a Bologna, per i limiti delle stesse
amministrazioni del passato, che previsioni di
strumenti di mobilità non si siano realizzate e invece
l'espansione di fabbricati lungo le linee previste
con nuove infrastrutture, invece sì, e
considerevolmente.
Ciò che era limite ed errore, oggi diventa, in qualche
modo, un obiettivo consapevole.
Bologna non ha bisogno di questo.
Ha necessità di un grande sistema regionale
aeroportuale, che, con altre strutture medie del
paese, conquisti quote di mercato e porti a Bologna
investimenti e persone e consenta all'economia
bolognese di espandersi con facilità verso altri
territori, altri scali.
La professionalità politica questo dovrebbe garantire
all'economia, nessuna delega, nessuna chiusura
municipalistica, sostegno e indirizzi comuni per la
crescita e la qualità.
La trasparenza nei processi di decisione e sugli
obiettivi che si perseguono e il pieno rispetto e
coinvolgimento di tutta la patnership istituzionale
sono le condizioni per cambiare passo, per non fare
altri errori.

Davide Ferrari

Il Domani di Bologna, 7 Dicembre 2003