mercoledì 17 luglio 2002

Per le bambine e i bambini di Bologna: di nuovo e finalmente.

PER LE BAMBINE E I BAMBINI, A BOLOGNA, DI NUOVO E
FINALMENTE.

-da Il Domani 17 Luglio 2002


Il Sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca,
aveva preso ad esempio del
"inconcludenza" della sinistra e dell'Ulivo le
proposte di fare di Bologna
una città per le bambine e i bambini.


Queste affermazioni, di particolare
inadeguatezza sono state alla base di
tre anni persi nelle politiche per
l'infanzia e l'età evolutiva per la
città di Bologna.


Certo a Bologna esiste e si è mantenuta una
consolidata rete di servizi
educativi per l'infanzia.


Si è mantenuta anche e soprattutto
per una iniziativa forte
dell'opposizione, sociale e politica, che è
riuscita con una vasta
iniziativa, i diecimila no al "progetto Pannuti"
ad impedire, fin dall'anno
2002 una sciagurata scelta della Giunta che
voleva chiudere un terzo delle
scuole comunali dell'infanzia per
"riconvertire" la spesa tutta a favore
delle scuole private.


In compenso però se le scuole hanno resistito
è mancata una politica più
vasta capace di connettere attenzione ai
bambini con incentivi alla
rinatalità responsabile.


Oggi si torna sempre più a parlare (vedi i
programmi alla Montagnola e
Piazza San Francesco) di città di bambini.


Non si può però restare a singoli episodi.


Vogliamo costruire una città sempre più amica
dei bambini, delle bambine e
degli adolescenti, progettando un ambiente
urbano sicuro, con spazio e
tempo per il gioco libero e per la vita di
relazione, anche attraverso
un'integrazione delle politiche dei trasporti,
dello sport, dei servizi,
dell'istruzione e del commercio.


Non si tratta solo di migliorare la vita dei
bambini e delle bambine:


- vogliamo fare il possibile per far crescere
oggi nei più piccoli una
cultura che li renda domani adulti più sensibili,
attenti ai grandi temi
della convivenza, dell'ambiente, della cura della
città, delle relazioni
uomo-donna e delle culture diverse.


E' un obiettivo da perseguire con slancio e
fantasia; è la garanzia di
maggiore vivibilità della città e di
possibilità di scambio tra le
generazioni.


Questo era il programma del Centro ? Sinistra per
Bologna, lo riconfermiamo
volendogli dare nuova centralità e forza.



Proponiamo nuovamente l'istituzione di un vero e
proprio "Progetto Bambine
e Bambini", che richieda una specifica
attenzione alla Giunta ed al
Consiglio Comunale affinché ogni ambito
dell'Amministrazione venga
sensibilizzato alla valorizzazione dell'infanzia,
con precisi investimenti.


Questi gli obiettivi che vogliamo conseguire:
- nidi e servizi integrativi: non basta più
sfiorare la soglia del 30%
dell'utenza potenziale, bisogna raggiungere una
quota più vasta di bambini
da zero a tre anni, perché nessuna famiglia resti
senza risposta.
- La rete degli asili va potenziata in
particolare nei Quartieri dove si
addensano le liste di attesa (centro storico,
Navile e Savena).
- Bisogna aprire servizi educativi presso
alcuni luoghi di lavoro, a
partire da grandi aziende pubbliche come il
Comune, la Regione, la
Provincia, l'Università e il servizio
ospedaliero, con la garanzia della
qualità da parte dell'Amministrazione comunale e
del suo servizio ? nidi.
- Bisogna organizzare l'offerta di forme
diversificate di aiuto
domiciliare e di Quartiere, formando personale
adeguato.


Queste scelte assieme all'assegno per il primo
anno in famiglia non possono
essere intese come alternative al nido ? così
come propongono gli assessori
Pannuti e Galletti, per i quali la spesa
per gli asili nido è
"insostenibile ed ingiusta".


Sono invece servizi che possono "liberare"
i nidi da una richiesta
insostenibile, e solo qualora essi sorgano
esattamente là dove vi sono
bisogni specifici delle famiglie, disegnati
sui loro orari e sulle loro
necessità.



SCUOLE MATERNE:


Anche per quest'anno vi sarà un aumento dei posti
"statali", ma per effetto
della legge finanziaria sono gli ultimi posti
"sicuri".


In più: essi sono garantiti soltanto
perché avanza una politica
dell'autorità scolastica tesa a "raschiare il
fondo del barile", mettendo
tutti gli insegnanti nelle sezioni e nelle
classi, tagliando tutti i
progetti di qualità.


Si delinea così, dal 2003, una vera e propria
"crisi della scuola", anche a
Bologna.


Il Comune deve prepararsi, oltre a chiedere
una drastica inversione di
tendenza nella politica antisociale del Governo
Berlusconi.


Bisogna concertare, a livello metropolitano,
la nascita di nuovi servizi
scolastici, mettendo assieme Comuni,
cooperazione educativa e
associazionismo familiare.


Oltre alla scuola la città.




Vogliamo garantire pari opportunità per tutti
i bambini, le bambine, gli
adolescenti.


È importante la realizzazione di percorsi
sicuri casa-scuola in cui i
bambini siano liberi di muoversi,
finanziando i progetti già esistenti
lasciati dalla Giunta ai margini del Piano del
Traffico.


Per questo è necessario moderare il
traffico e realizzare nuove piste
ciclabili, avere una segnaletica a misura di
bambino, un arredo urbano e
stradale che tenga conto delle esigenze dei
pedoni.


Tutto il contrario di quanto ha fatto la
Giunta che punta ancora
all'affermazione della centralità ideologica
dell'automobile.


Si parla di alberi solo per tagliarli, per la
Giunta, noi vogliamo invece
che sia garantita la cura di una rete di
aree verdi intorno ai luoghi
frequentati maggiormente dall'infanzia.


Si è fatta strada, in questi anni l'idea di
contratti di cura, nei quali
Enti privati, sponsorizzano aree verdi.


Noi vogliamo che siano coinvolti i cittadini, e
non espropriati.


La collaborazione pubblico e privato va bene
se parte dalle famiglie con
esperienze di progettazione e gestione da parte
dei bambini, delle bambine,
degli adolescenti e degli adulti di aree
verdi, cortili scolastici,
riqualificando tali aree.


Vogliamo spazi in cui bambini possano
trovarsi con persone di altre
generazioni, cambiando per questo anche la
politica per la cultura per
avere musei, mostre, teatri adeguati ai più
piccoli.



Su tutte queste proposte insiste il Gruppo Due
Torri.


Il richiamo è alla proposta di città
educativa, come venne avanzata da
studiosi come Antonio Faeti e Franco Frabboni.


Non è Accademia, nei giorni in cui Bologna vede
le scale mobili e i servizi
di ristorazione veloce invadere la Biblioteca dei
Ragazzi di Sala Borsa.


Proprio la Sala Borsa, un grande luogo pensato
per congiungere la cultura
antica e moderna, tutte le generazioni, nel
centro della città rischia così
di diventare il segno di una minorità della
cultura e di una marginalità
dei bambini.


Per questo la battaglia per le famiglie e per
l'infanzia è riiniziata in
Consiglio Comunale, proprio dalla Sala Borsa.