mercoledì 10 luglio 2002

Dieci punti per discutere di famiglie.

Dieci punti per discutere di famiglie.

Saggio pubblicato su "Il Domani di Bologna"
Giugno 2002


1. La Costituzione della Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio(art.27). Anche alla base di questa formulazione vi fu una continua mediazione fra la cultura dei comunisti italiani e la prevalente impostazione dei cristiani di ispirazione democratica, Ma vi è anche l'articolo 2 che riconosce e promuove le formazioni intermedie fra Stato ed individui che siano capaci di promuovere solidarietà. Il buon senso, il rispetto per le persone e per l'evoluzione storica della nostra società induce a concludere che, se la Costituzione intende favorire la famiglia e distinguere fra la famiglia fondata sul matrimonio e le altre forme di convivenza, queste trovano tuttavia anch'esse una tutela costituzionale. Quindi un principio utile è quello di rifiutare interpretazioni ideologiche della Costituzione e favorire una evoluzione della legge, del diritto, e della politica che sia rivolta alla comprensione e all'aiuto non alla condanna e alla discriminazione. Essere per la famiglia vuol dire mettere in rilievo soprattutto il "per", piuttosto che ciò che andrebbe sottratto alle politiche familiari perché rivolto a modelli familiari differenti dal matrimonio. Per amare e difendere la famiglia bisogna impostare, dunque, anche a livello locale politiche attive e positive, che l'aiutino a vivere concretamente, a rafforzarsi nella libertà e nella responsabilità dei suoi componenti.
2. In tanti lamentano il declino della famiglia, il suo ridursi a nuclei anagrafici sempre più ristretti, fino ad individuare una tendenza, che sarebbe frutto della modernità, a dissolvere la famiglia nella solitudine o, ed è quello che è ritenuto peggio, nella promiscuità e nella infecondità. Molti problemi esistono. Tuttavia ritengo che il fenomeno più importante, che è davvero curioso che sia così nascosto e privo di riconoscimenti, è che "la famiglia ha vinto". Voglio dire che modelli di vita, che per millenni sono stati molto diffusi per il peso della povertà oppure tendenze, più recenti, sviluppate a fronte di istanze di libertà e di autodeterminazione della persona, sembrano tutte ricomporsi, in qualche modo, in una "ricerca della vita familiare". D'altra parte è questo il fondamento oggettivo delle polemiche sulle "famiglie di fatto". Gli individui vogliono misurare la diversità dei propri percorsi, che è pure considerata un diritto irrinunciabile, con la "prova della famiglia, della vita familiare". Davvero non comprendo come non sia salutata come cosa straordinariamente positiva la volontà di fare famiglia, di stabilizzare legami, qualunque siano i generi e le generazioni coinvolte. In realtà la cosiddetta famiglia borghese, solida ma non patriarcale, con i coniugi avviati a maggiore parità, con bambini e anziani assistiti ed educati ma in condizioni tali da garantire un uso più libero del tempo di ognuno, da privilegio di pochissimi è diventato, con luci e ombre una aspirazione ed anche una possibilità per la quasi universalità della società italiana. Se questo è vero derivano conseguenze e responsabilità importanti per la politica, proviamo a considerarla.
3. Bisogna fare molto per le famiglie, perché molti, sempre di più vogliono "essere famiglia". Anche a Bologna. La politica e l'Amministrazione deve agire su tutti i punti di crisi della vita quotidiana di una famiglia, del suo formarsi, del suo mantenersi, del suo evolversi secondo il tempo.
4. Formare una famiglia. Il problema più sentito anche dai bolognesi è quello della casa. (Vedi articolo di C.Merighi). E' del tutto sbagliato inseguire il mito della casa in proprietà come unica risposta. Accanto ad un forte nucleo di proprietà diffusa incrementare con tutte le forme, le possibilità in affitto è necessario per dare flessibilità e libertà, anche dal punto di vista delle stesse tipologie di appartamento, per una vita familiare che trovi i suoi spazi, nella giovinezza della coppia, poi nel ricongiungimento con i genitori più anziani, e soprattutto nell'allargarsi fecondo con le nascite.
5. Mantenere serena e viva una famiglia.Servizi educativi e scuole adeguate e flessibili, di buona qualità sono necessari, sempre di più, non solo per permettere il lavoro di entrambi i coniugi ma, in primo luogo, per alleviare e qualificare i compiti di cura. Per essere più "genitori", più vicini ai figli bisogna avere la possibilità di esserlo per un "tempo sostenibile", che ponga la genitorialità al centro della vita ma non in alternativa alla vita delle persone - genitori. Sono convinto che questo aspetto sia altrettanto importante, per le conseguenze nei rapporti fra le generazioni, del valore educativo - che va comunque sempre ribadito - dei servizi e delle scuole per l'infanzia e l'età evolutiva.
6. Una famiglia dalle tante età. Va favorita la convivenza, che deve essere una libera scelta, delle tre età, fanciullezza, maturità e anzianità in una famiglia. Servono spazi, lo abbiamo detto, servizi per l'infanzia e, appunto, una gamma plurale di servizi per gli anziani. La prevenzione prima della cura, la cura è quindi il mantenimento del domicilio proprio prima del ricovero e dall'allontanamento dalla famiglia. Può essere questa la catena delle priorità per una compresenza delle generazioni che porti esperienza, saperi, gioia.
7. La famiglia come luogo, essa stessa, di servizio, di cura, di educazione, di benessere. La priorità di queste funzioni della famiglia deve indurre a realizzare un mix fra politiche di sostegno fiscale e di rimborso economico con politiche di incremento dei servizi pubblici. Il punto di equilibrio non può essere basato solo sulle esigenze di risparmiare spesa pubblica, scaricando quindi sulla famiglia maggiori oneri, magari più monetizzati. In questo modo si indeboliscono, in primo luogo i processi di formazione di nuove famiglie e, comunque, si riducono le possibilità di libertà. Bisogna invece cercare di scegliere,in ogni occasione, la misura più adatta alla famiglia, che non sempre è un servizio disponibile all'esterno.
8. Una famiglia di cittadini. Aiutare fiscalmente la famiglia, affiancarle servizi, entrambe queste scelte e soprattutto un loro positivo equilibrio richiede la considerazione della famiglia come luogo di condivisione delle scelte, di prova della libertà, di assunzione di doveri oltre che di esercizio dei diritti. L'insieme di questi elementi fa assomigliare quanto è richiesto alla famiglia ad un vero e proprio concetto di cittadinanza. Non basta più dire che la famiglia è il nucleo della società. L'aumentare inevitabile dei momenti di confronto fra Stato e istituzioni, da una parte, e famiglie, dall'altra, richiede che si debba anche dire come la famiglia può essere davvero punto di riferimento per tutta la società e per la sua sfera pubblica istituzionale. Acquista quindi una nuova importanza l'insieme delle tematiche legate ai ruoli familiari, che sono state avanzate nel tempo dal movimento delle donne, e che oggi si ripropongono, spesso, per altra via. Una famiglia autoritaria, oberata da compiti che non ha scelto, condizionata da figli che non riescono a prendere una propria strada autonoma è un soggetto di welfare inaffidabile, è un punto di sussidiarietà insufficiente, è una debolezza per la società pubblica.
9. Una famiglia per proteggere e superare la paura. La famiglia è un ambito importante anche per definire obiettivi e possibilità delle politiche di sicurezza. Se affrontate individualmente le cause di disagio e di sofferenza di fronte al crimine appaiono ancora più gravi e inaffrontabili. Esse infatti non sono le medesime per un uomo o per una donna, per una anziano o per un giovane. Chiamare le famiglie al confronto, non davanti ad "un" crimine "un" rischio, ma per affrontare i problemi di sicurezza di un territorio è necessario per amalgamare i punti di vista, indirizzare l'azione pubblica, superare la paura.
10. La famiglia nelle nuove condizioni del lavoro. Se è del tutto illusorio pensare di fare carico alla famiglia delle insicurezze dovute al cambiamento del mercato del lavoro è però decisivo sostenere i percorsi di educazione dei figli, di formazione e riqualificazione degli adulti che passano anche dentro la famiglia e dentro le sue scemlte, le sue "priorità di bilancio", La Famiglia aiuta a "sostenere"la flessibilità, sia con risorse economiche, sia nel fornire tempo. Anche questo peso è oggi redistribuito in modo ineguale, a danno dei soggetti femminili, delle donne ed anche delle ragazze. Una politica che aiuti le famiglie, "con prestiti pubblici", ma anche sociali, di tempo e di denaro per favorire il lavoro dei suoi membri e la sua qualità è molto opportuna, deve diventare un obiettivo, sempre più importante, di un welfare rinnovato, perché la flessibilità del lavoro non sia solo un inganno ed un maggiore sfruttamento.

Questi dieci punti non sono una proposta politica. E' evidente. Vorrebbero però rappresentare una base per riflettere e costruire una proposta politica. Ad essi vogliamo aggiungere, e cominciamo a farlo, oggi qui in questo giornale, una analisi sui dati della realtà bolognese e su alcune battaglie aperte sul fronte delle opportunità e dei servizi, che stiamo conducendo nel Comune di Bologna.
Tutti i materiali per arrivare, anche su questo punto, ad una proposta, vincente per il 2004.
Vincente perché vicina alle persone, alla vita quotidiana.


Davide Ferrari