venerdì 2 marzo 2001

La cultura. Conferenza stampa di Davide Ferrari

INTERVENTO DEL CAPOGRUPPO DAVIDE FERRARI ALLA CONFERENZA STAMPA DELL'OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE SULLA CULTURA ED IL BILANCIO DI BOLOGNA 2000.

Palazzo d'Accursio, Sala Savonuzzi, 2/3/01

Ancora noi. Ancora l'opposizione.
Dopo aver convinto il Consiglio comunale ad indire la grande Istruttoria pubblica sull'industria multimediale (con 130 imprese che hanno preso la parola), e l'audizione con il Comitato "Bologna 2000" di Martedì per avere un bilancio di cifre e di risultati, abbiamo fatto indire, raccogliendo le firme di tutti i nostri consiglieri, per Lunedì 5 Marzo un Consiglio comunale straordinario su Bologna 2000 e le politiche per la cultura.
Perché queste iniziative, perché non vogliamo fermarci alla nostra funzione di denuncia, perché non voglia dire solo dei NO ?

Il punto è che "Bologna 2000" corre un rischio.

- Chi non l'ha voluta non la difenderà (Guazzaloca, la Giunta, il centro destra)
- Chi voleva di più giustamente critica e criticherà il suo svolgimento (intellettuali, Associazione scrittori)
- In molti si aspettano che chi non l'ha gestita direttamente in Comune ne critichi gli esiti (noi, l'opposizione di centro sinistra)
ECCO ALLORA IL RISCHIO PIU' GROSSO: NON VEDERE NESSUNO SCHIERATO DALLA PARTE DI "BOLOGNA 2000"

Noi non stiamo a questo "gioco".

Vogliamo, al contrario, dare una risposta ai 10.000 bolognesi che hanno partecipato a costruire gli eventi del 2000,
ai tanti ospiti stranieri che hanno visitato, a lungo non solo come sosta, Bolognala città della Cultura.

Per fare un bilancio di " Bologna 2000" bisogna partire dagli obiettivi che voleva raggiungere.
-Assicurare a Bologna un ruolo di "capitale", di città importante e metropolitana, con un centro storico e universitario straordinario ma anche un ricco tessuto territoriale.
-Affermare la centralità del fattore Cultura nelle politiche pubbliche e nelle scelte dei privati nella città.
-Portare Bologna, come Venezia, Firenze, Roma, nel "Grand tour d'Italie", fra le mete dei grandi flussi turistici .
In parte significativa questi obiettivi sono stati se non raggiunti molto avvicinati.
Bologna 2000 ha indicato che LA NOSTRA CITTA' PUO' FARCELA.

Bologna non è più la città dipinta fino a ieri da tutte le "destre": infelice, degradata, disperata ancorchè satolla, oppure quella che oggi accarezzano: mediocre, provinciale, invecchiata nei suoi miti da rispolverare.
E' anche la città della "gioia", la città del lavoro creativo.

In questo anno straordinario di mostre, concerti, coferenze sono emersi problemi, certamente: nell'eccellenza, (selezionare gli eventi e legarli a progetti poliennali), nella rete diffusa delle iniziative, (qualificare e creare reti di partenariato fra più soggetti, fra più persone).

Ma è l'abbassamento di tiro, la sfiducia nella città, la progettualità insufficente della Giunta che sta facendo danni che potrebbero diventare irreparabili.

IL DEPOTENZIAMENTO DRASTICO DEL FUTURO DI SALA BORSA, da grande biblioteca multimediale a nuovo "Montanari" con in più solo una sede affittata ad espositori privati, e la stagnazione nella realizzazione di un vero e proprio distretto diffuso dell'impresa creativa e del multimediale, sono i due grandi indicatori che "Bologna 2000" rischia di non partorire i suoi figli migliori.

LE NOSTRE PROPOSTE.
Partiamo dal Comune, dove operiamo come consiglieri.
Innanzitutto è urgente un nuovo governo: "per" la cultura, non "della" cultura.
SI DEBBONO FARE TRE PASSI IN QUESTA DIREZIONE
I)- non deve andare perduto, neanche per un giorno il modo di lavorare e le professionalità espresse dal Comitato Istruttore, chiediamo che si trovino le forme più adatte perché NON SI SCIOLGA IL COORDINAMENTO CONTINUO FRA COMUNE, PROVINCIA, REGIONE,UNIVERSITA', CAMERA DI COMMERCIO
Serve un "governo largo" ed efficiente per la cultura.
II)-In Comune serve una svolta. Troppi Assessori parlano di cultura e cercano di occuparsene.
Come nelle squadre di calcio perdenti tutti sono Commissari tecnici e nessuno ha una idea di gioco.

Così abbiamo: Monaco:la bolognesità minore e passatista, Raisi: il produttivismo dei cento rapporti personali, Pannuti: l'ideologismo senza efficienza, Salizzoni: il velleitarismo ideale e la disattenzione concreta alla Comunicazione moderna, Monduzzi:il giovanilismo, Foschini :la "cattiveria" degli affitti esosi per le associazioni "nemiche".
L'Assessore Deserti ha dapprima creduto di dover fermare tutto poi ha avuto l'intelligenza di fare il meno possibile.


La svolta che proponiamo?
Da un lato SI REALIZZI UN UNICO DIPARTIMENTO CULTURALE, CON UNA FIGURA DIRIGENTE COORDINATIVA UNICA, PER CULTURA, SCUOLA, FORMAZIONE, RAPPORTO CON L'UNIVERSITA',COMUNICAZIONE E TELEMATICA,.
Dall'altro lato SI ARRIVI AD UN ASSESSORATO "Cultura" PIU' LEGGERO, di "coordinamento" più che di "indirizzo" e soprattutto non di "scelta politica",
MI PIACEREBBE INTITOLARLO COSI':
"ASSESSORATO AL COORDINAMENTO DELLE LIBERTA' E DELLE AUTONOMIE CULTURALI"

Quali queste libertà e autonomie?
-Fondazioni, Istituzioni, Libere forme associative, ma anche l'Università e le Scuole, che con le riforme in corso hanno finalmente autonomia.
Tutta la cultura in Italia, in questi anni è stata deministerializzata. Bisogna prenderne atto anche a Bologna.

Da questo punto di vista bisogna fermare subito scelte davvero negative:
-le condizioni capestro poste da Foschini alle Libere Forme Associative,
-la mancanza di un rapporto serio con l'Università, dopo il tentativo di un rapporto personalistico fra Guazzaloca, Roversi Monaco ed il candidato sconfitto Cantelli Forti, è tutto fermo:

Con il medesimo obiettivo bisogna invece fare scelte positive urgenti:
-completare la realizzazione e il rinnovamento delle grandi infrastrutture con progetti adeguati, BISOGNA ATTUARE SUBITO IL PROTOCOLLO CITTA'-UNIVERSITA' E COCLUDERE COME PREVISTO I GRANDI PROGETTI, A COMINCIARE DA SALA BORSA e SANTA CRISTINA, ma anche Manifattura, Forno del Pane, Museo della Musica, Stalle Bentivogliesche;
-verificare, con Università e Scuole tutti i servizi culturali diffusi, a cominciare dalla rete bibliotecaria diffusa, orientandole a dienire start-up di vocazioni alla produzione culturale di giovanissimi, giovani , ma anche adulti.
-fare un piano per insediamenti imprenditoriali e associativi diffusi in tutta la città, come previsto anche dalla "proposta Benecchi";
-per le Scuole, insieme a seguire tutti i cambiamenti della riforma, occuparsi, con la Provincia ma anche con le categorie le imprese, l'Università di creare
POLI SCOLASTICI SUPERIORI A PRECISA FINALITA': così il Polo Artistico alle ex-Sirani, ed una "Scuola delle scuole", un polo magistrale moderno, mettendo al lavoro insieme il patrimonio delle ex-magistrali Laura Bassi e degli storici Licei-ginnasi cittadini, che formi insegnanti e formatori necessari a rinnovare e gestire il sistema scolastico ed educativo ricchissimo di Bologna, dall'Infanzia e i Nidi all'Educazione degli adulti.

Infine: Guazzaloca oggi propone, dopo il Bacchelli, il premio Cappelli e le giornate per Gino Cervi.
Benissimo, ma la bolognesità deve essere all'altezza di Bologna.
Allora due proposte in forma di esempio:
1) il premio Bacchelli trovi una sua dimensione reale e non mondana nel panorama culturale nazionale, diventi un premio rivolto a promuovere le grandi esperienze di scrittura che sono a Bologna insieme ai grandi della letteratura mondiale, individui di anno in anno temi sui quali fare discutere e produrre la cultura letteraria, si rivolga all' inedito raccogliendo la bellissima e decennale esperienza del "Navile"
2) si promuova una grande edizione multimediale di quanto è stato detto, scritto, disegnato, filmato, musicato "per" e "durante" "Bologna 2000", tramite un consorzio di Case editrici locali e, da qui, si pongano le condizioni per una nuova grande Collana libraria di arte e letteratura edita a Bologna e di valore nazionale, che manca da troppi decenni e che nessuna casa editrice, fra quante presenti in città, può da sola garantire.

Davide Ferrari